Conca (Cons. Reg. Puglia) a Conte (Premier): “Basta con le discriminazioni nei confronti del settore del gioco, è necessaria una riapertura immediata”

Il Consigliere della regione Puglia, Mario Conca, ha girato un video all’interno di una sala scommesse indirizzandolo al Premier Conte, per sostenere la celere riapertura delle attività di gioco: “Io ho cercato di smuovere le coscienze all’interno della regione Puglia per capire come mai non si riesca a far ripartire queste attività che, peraltro, contribuiscono per 11 miliardi di euro al bilancio dello Stato. Soprattutto però – continua Conca – sono giovani che hanno investito in un’impresa che come tutte le altre hanno dalla loro parte il rispetto della legge poiché sono giochi di Stato. Si deve mettere la parola fine a questo stillicidio, poiché in 3 mesi di chiusura molte attività saranno costrette a chiudere. Inoltre, molti dei lavoratori del settore che sono in tutto 160.000, non hanno ricevuto la cassa integrazione. Il gioco pubblico è un presidio di legalità che evidentemente toglie potere alla criminalità organizzata, poiché dove non è presente lo Stato si infiltra nel tessuto economico-sociale. I punti di gioco sono anche tenuti ad avvertire i dipartimenti delle dipendenze patologiche quando ci sono persone che abusano del gioco. Questi locali sono anche sufficientemente grandi per garantire il distanziamento sociale e dunque mi sembra eccessivo questo accanimento, poiché questo è un settore che da lavoro a 160.000 persone. Spero, presidente Conte, che lei guardi questo video e si accorga che adesso ogni settore è ripartito tranne quello del gioco. Si può andare ovunque tranne nei centri scommesse.” All’interno del video è intervenuto anche il proprietario dell’esercizio che ha affermato: “Noi siamo gestori di sale legali, con un Tulps assegnata dallo Stato e chiediamo solo di poter tornare a lavorare. Siamo alla pari degli imprenditori di qualsiasi altra attività e diamo lavoro a tantissime persone e portiamo un indotto per lo Stato molto alto, per questo non capisco la differenza di trattamento nei nostri confronti. Io chiedo parità di diritti e di poter tornare al lavoro il prima possibile.” ac/AGIMEG