Camera: Cecconi (M5S), “Governo non vuole colpire interessi economici legati ai giochi”

Occorre “riaffermare, in materia di gioco d’azzardo come in tante altre materie, la centralità del Parlamento”. Lo ha detto il deputato del Movimento 5 stelle Andrea Cecconi, intervenendo in Commissione Affari Sociali nel corso della discussione sulla delega fiscale (la Commissione deve esprimere il proprio parere, ma il dibattito è stato aggiornato a un’altra seduta). Cecconi ha sottolineato che “su questo tema risultano essere state presentata circa diciotto proposte di legge – alcune delle quali ancora da assegnare – per cui è evidente l’interesse che esso suscita presso i vari gruppi parlamentari. Dagli elementi a disposizione – comprese alcune disposizioni recate dal decreto-legge n. 102 del 2013, che prevedono agevolazioni per la definizione del contenzioso in favore di alcuni concessionari di giochi – e, soprattutto, dell’analisi della disposizione in oggetto,  vi sono ragioni valide per dubitare che vi sia da parte del Governo di intervenire contro i concessionari di giochi, pur trattandosi di un settore in cui si annidano collusioni con la criminalità organizzata. Lo Stato si comporta in un certo modo nei confronti dei tossicodipendenti, e in un modo completamente differente rispetto ai soggetti dipendenti da gioco d’azzardo patologico, non volendo, evidentemente, colpire gli interessi economici afferenti a questo settore, dal momento che, secondo le stime, ottantaseimilioni di euro, derivanti dal gioco e dalle scommesse, vanno in parte ai concessionari, in parte all’erario. Pertanto, lo Stato concentra tutto il suo interesse sulle entrate legate al gioco anziché impegnarsi in attività di informazione capillare sui rischi che il ricorso eccessivo al gioco comporta”. Per quanto riguarda la delega fiscale, il deputato del M5S ha espresso perplessità per quanto riguarda “la previsione recata dal comma 1 dell’articolo 14, per cui non si mette in discussione l’attuale modello organizzativo fondato sul regime concessorio e autorizzatorio; il contenuto delle lettere d) ed e) ed h) ;la lettera m) , soprattutto nella parte in cui non specifica se nella razionalizzazione territoriale della rete di raccolta del gioco l’offerta debba essere diminuita ovvero se, invece, possa addirittura essere incrementata rispetto al volume attuale; la lettera q) , in quanto ritiene che l’espressione « giochi pubblici » si presti a possibili equivoci”. rov/AGIMEG