Bolzano, la Provincia decide la riapertura per le sale giochi, bingo e scommesse per il 15 luglio. Pronto esposto alla Corte dei Conti per danno erariale

La Provincia di Bolzano sarà ufficialmente l’ultima ad aprire le sale giochi, scommesse e bingo. La Giunta provinciale ha approvato gli aggiornamenti all’allegato A che stabilisce nel dettaglio le regole della fase 2 ed include misure generali, che hanno validità nei confronti di tutti, e raccomandazioni di comportamento; misure specifiche per le attività economiche ed altre attività, che hanno validità per il rispettivo ambito; rinvii a provvedimenti nazionali e protocolli di sicurezza nazionali e territoriali. Quindi, dal 15 luglio sarà consentita anche la ripartenza delle sale giochi. Esattamente due settimane dopo il Lazio. “Non sono riusciti a sdoganare il concetto di sale scommesse e sale bingo, dalla Provincia le hanno accomunate a normali sale giochi. Hanno creato una grande famiglia e quando rilasciano le autorizzazioni per l’apertura delle attività, rilasciano una licenza generica per le sale da gioco”, è quanto ha spiegato ad Agimeg Vincenzo Galasso, amministratore della sala bingo Dolomiti di Bolzano. “Credo che dalla Provincia siano orfani di informazioni. Dal momento che non abbiamo un’associazione presente sul territorio, credono che le nostre siano delle sale dove la gente si accalca. Ci hanno, infatti, accomunato alle discoteche. Non hanno idea riguardo cosa stiamo parlando. Non sanno che le sale giochi, bingo e scommesse sono strutture di ampia grandezza, con tavoli e sedie e un’affluenza decisamente minore rispetto alle discoteche. La data 15 luglio non ha alcun riferimento sanitario ed epidemiologico, c’è solamente un motivo politico contrario psicologicamente a questo tipo di attività. Non si rendono conto che stiamo parlando di 2 milioni di euro persi dall’Erario in una Regione come la nostra. E’ paradossale”, ha aggiunto. “Inoltre, i nostri dipendenti si chiedono perchè devono rimanere in cassa integrazione, rinunciando ad un reddito familiare, quando potevano benissimo lavorare. Tutto per una decisione della provincia. Allora integrino. Perchè dobbiamo essere penalizzati rispetto ai dipendenti delle altre sale d’Italia? La nostra è una Provincia virtuosa, tanto che il giorno 5 di luglio cadono tutte le barriere, tranne per le sale giochi e le discoteche. Non esiste un principio medico sanitario che giustifichi tale ritardo, se non la preclusione mentale”, ha detto. “Non ha senso una normativa sul gioco delegata a Province e Regioni. Non esiste un criterio di territorialità sul gioco. Il peccato originario è nell’aver delegato, e confermato da parte delle Istituzioni, la delega del gioco alle Province e alle Regioni, così è diventato uno zibaldone dove non si capisce nulla. Se non si mette mano su questo non ci sarà mai un punto di partenza. Nel DPCM dell’11 giugno aveva senso la delega decisa dal Consiglio dei Ministri poichè vi erano territori con contagi epidemiologici differenti. E’ però poi intervenuto il concetto discrezionale. Il Lazio è tornato sui suoi passi, in Trentino sono già aperti da una settimana e Bolzano no. Questo criterio non è stato adottato nella maniera giusta. Si stanno predisponendo esposti alla Corte dei Conti per danno erariale. Inoltre probabilmente gruppi di dipendenti si uniranno per fare causa alla Provincia per la riduzione dello stipendio ulteriore, rispetto alle penalizzazioni già subite, senza un motivo sanitario”, ha concluso. cdn/AGIMEG