Avv. Ripamonti: “IL DL viola, per il comparto giochi, alcune libertà fondamentali sancite dalla Costituzione. La nostra nota alla Presidenza del Consiglio evidenzia proprio questi profili di violazione”

“Voglio parlare non solo da avvocato ma anche da cittadino. Dal punto di vista giuridico, lo strumento con cui il Governo ha disposto le chiusure delle attività si utilizza solo in casi di estrema urgenza. Diritti come eguaglianza e non discriminazione non vanno però dimenticati nemmeno nei momenti più difficili – Ha esordito così l’avvocato Marco Ripamonti durante la diretta Facebook organizzata da Agimeg con il direttore Fabio Felici – “Non è sfuggito a nessuno che il Dl Rilancio, nei confronti del comparto dei giochi, è molto severo, negativo e ingiusto. Ho ricevuto, con molto piacere, l’incarico di rappresentare la Confederazione dei Gestori delle Sale Scommesse, che sono state vituperate in questo periodo pur essendo totalmente legali. Una nota positiva è stata l’ottima accoglienza della nostra petizione che ha ricevuto migliaia di adesioni in poco tempo. Voglio precisare, ancora una volta, che il comparto dei giochi è autorizzato dallo Stato. Molti imprenditori – prosegue Ripamonti – hanno impegnato la loro vita investendo su questo settore e ora più che mai hanno bisogno di certezze. Sappiamo tutti che questo settore è in competizione con l’illegalità, i siti illeciti e quant’altro. Dunque, se la politica lascia in stand-by il comparto, fornisce un grande assist al gioco clandestino non tracciato avvantaggiando le criminalità organizzate. E’ chiaro che questo decreto lascia scontenti e sconcertati. Non capisco quale sia la motivazione, che a fronte delle riaperture di servizi anche non essenziali, non siano state inserite anche le attività di gioco che possono garantire la tutela e la sicurezza sia del lavoratore sia del giocatore all’interno dei propri locali. Perché non c’è scritto nel decreto per quale motivo le sale devono rimanere chiuse? Perché non è stata prevista una data certa per la riapertura? Ciò potrebbe significare che la chiusura di queste attività potrebbe essere ancora prolungata, ledendo l’art. 3 della Costituzione sull’uguaglianza e l’art. 41 sull’iniziativa economica, quindi c’è un difetto di motivazione eclatante. L’adeguatezza e la proporzionalità non sono neanche pervenute in questo decreto. Leggendo le normative e i protocolli di sicurezza non c’è nemmeno un punto che la sale non possano soddisfare: possono sanificare, areare il locale, gestire gli assembramenti e predisporre l’utilizzo di tutti i DPI necessari. Il dubbio che sovviene è che il legislatore non conosca a fondo la materia o che ci un disegno volto ad eliminare un intero settore. Se si vuole procedere per la seconda opzione ci sono certamente canali istituzionali più adatti e affrontare le conseguenze dei lavoratori del settore che si ritroveranno disoccupati. Il danno erariale prodotto da questo stand-by è enorme. Il gettito proveniente dalla raccolta del gioco ha un ruolo fondamentale nel bilancio statale. Il Governo, soprattutto in questo grave periodo, non può permettersi di perdere tali fondi. In qualità di rappresentante dei gestori delle sale scommesse, intendo procedere come prima cosa all’invio di una nota alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che individua tutti i profili di violazione nella speranza che il caso venga rivalutato. Il 14 giugno è vicino, ma ovviamente speriamo di poter aprire ben prima di quella data. Io non voglio pensare che una volta arrivati al 14 giugno venga prorogata la chiusura sine die delle attività di gioco. ac/AGIMEG