Associazioni Slot ai Consiglieri Comunali di Portogruaro (VE): “Trovare punto di equilibrio tra tutela della salute, imprese ed occupazione”

“Le nostre associazioni sono concordi nell’appellarsi al Consiglio Comunale di Portogruaro affinché prenda in considerazione le nostre istanze, basate sul buonsenso che ci ha sempre portato a prendere in seria considerazione le problematiche sanitarie legate al gioco. Ci permettiamo di chiedere ai Consiglieri Comunali di affrontare questa tematica con uno spirito costruttivo che consenta di bilanciare il preminente interesse alla tutela della salute pubblica con quello, altrettanto protetto dalla Costituzione, della tutela delle imprese dislocate sul territorio e dell’occupazione dalle stesse garantita. Auspichiamo quindi che sia tale esigenza di equilibrio ad ispirare l’esame, da parte del Consiglio Comunale, del regolamento in materia di giochi proposto dalla Giunta” – questa, la lettera indirizzata ai Consiglieri Comunali del Comune di Portogruaro, da parte di Alessandro Bertoldi, direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman, Andrea Lo Massaro, vicepresidente nazionale di Sapar e Michele Cattaruzza, delegato regionale As.tro Veneto, avente come oggetto: “Appello, lavoratori e imprese del gioco lecito per la legalità e contro il proibizionismo”. – “La proposta, così come impostata dalla Giunta Comunale, oltre ad essere fonte di enorme preoccupazione per il futuro delle nostre imprese e dei lavoratori in esse occupati, riteniamo che ponga problemi anche nell’ottica di una seria politica di prevenzione delle dipendenze legate al gioco. Contiene infatti un insieme di misure perlopiù punitive nei confronti di chi esercita un’attività del tutto regolare e di vitale importanza per lo Stato, sia in termini di introiti fiscali che di controllo della legalità.  Non bisogna appunto dimenticare che l’offerta di gioco lecito rappresenta un costante presidio di legalità in un Paese in cui purtroppo l’offerta illegale è sempre dietro l’angolo, in attesa che le si aprano ulteriori spazi grazie alle restrizioni imposte al gioco legale. Infatti, è statisticamente dimostrato che la domanda di gioco non subisce influenze dalla riduzione dell’offerta legale: laddove non può rivolgersi alle imprese sane, regolamentate e che operano a “cielo aperto”, non esita a cercare giochi irregolari e spazi clandestini nascosti al controllo delle autorità. E questa amara verità riguarda ancor di più i giocatori patologici, rispetto ai quali gli spazi clandestini garantiscono maggiore “riservatezza” ed i giochi irregolari maggiore “appagamento”. Siamo consapevoli delle implicazioni sociali che può comportare il disturbo da gioco patologico, proprio per questo la quasi totalità delle imprese e degli addetti che operano nel settore legale adottano le opportune precauzioni. Tra queste vi sono la partecipazione sia alla formazione obbligatoria che a quella facoltativa, un monitoraggio quotidiano delle situazioni potenzialmente critiche che riguardano la clientela e, soprattutto, la costante vigilanza per impedire l’accesso al gioco da parte dei minori. Siamo inoltre disponibili ad offrire la nostra collaborazione alle istituzioni locali ed ai servizi sociosanitari, mettendo a disposizione tutta la nostra esperienza di operatori del settore, per cercare le migliori soluzioni al problema delle ludopatie. La proposta di regolamentazione oraria contenuta nel regolamento redatto prevede che i locali potranno offrire il gioco pubblico soltanto negli orari previsti, dalle ore 09.00 alle ore 23.00 di tutti i giorni compresi i festivi, per un massimo giornaliero di dieci ore, e con l¹interruzione obbligatoria dalle ore 13.00 alle ore 14.30 e dalle ore 19.00 alle ore 20.30. Innanzitutto, questa disposizione regolamentare non tiene in alcun conto di quanto deliberato dalla Conferenza Unificata Governo – Regioni – Enti Locali in data 17 settembre 2017 a proposito della limitazione oraria dell’offerta di gioco. In tale documento è infatti previsto un limite massimo di sei ore per l’interruzione dell’offerta di gioco pubblico. Inoltre, questa proposta non distingue tra esercizi generalisti (tipo bar e tabacchi), sale dedicate e sale da gioco o locali autorizzati ai sensi dell’art. 86, che non abbiano installato apparecchi con vincita in denaro ed offrano solamente intrattenimento. Bisogna poi tener conto che tutti gli studi più recenti hanno rilevato che la limitazione oraria anziché dissuadere il giocatore patologico aumenta la sua compulsività: in prossimità dello spegnimento della macchina egli è spinto ad aumentare la velocità e la quantità delle proprie giocate. Si crea il c.d. “effetto campanella” così chiamato perché richiama quello che accade nei pub inglesi: è stato dimostrato che nell’approssimarsi del suono della campanella, che indica l’ultimo giro per la somministrazione delle bevande alcoliche, i clienti aumentano in maniera esponenziale la velocità e la quantità di consumo delle stesse. A tal proposito si evidenziano le opinioni scientifico-professionali divulgate dalla Dott.ssa Sarah Viola (psicologa, psichiatra, psicoterapeuta esperta in trattamento del gap.): “L’ansia per l’approssimarsi del termine di spegnimento “acuisce ed estremizza” la velocità di gioco per timore “di non fare in tempo”, aumentando la dipendenza. La tensione per l’attesa dell’orario di accensione “carica” la propensione al gioco derivante dalla maturata astinenza”. Sulla stessa linea, le considerazioni della Dott.ssa Serenella Pascali (pedagoga, componente del Dipartimento promozione della salute, del benessere sociale della Regione Puglia, componente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio “Italia in gioco”), secondo cui la compulsività che si accompagna alle dipendenze, in generale e in particolare a quelle da gioco, può addirittura risultare incentivata dalla restrizione oraria, dato che la coazione a ripetere, tipica del disturbo compulsivo, associata alla frequenza e alla ripetitività, dilata la sua ampiezza proprio nella consapevolezza di disporre di uno spazio temporale inferiore (“devo poter vincere”, “devo recuperare – chasing – quello che ho perso”). Per non dire che la proposta della Giunta Comunale intende limitare gli orari di attività delle sole slot machine lasciando inalterata l’offerta degli altri giochi come gratta e vinci, 10 e lotto ed altre lotterie istantanee. Tutti strumenti non immuni dal generare fenomeni di dipendenza. Nell’epoca della digitalizzazione appare inoltre anacronistico pensare di limitare l’offerta di gioco attraverso restrizioni al gioco fisico: il gioco on line è accessibile in qualsiasi orario e luogo e non impedisce la fruibilità da parte dei minori. A pagare il prezzo delle limitazioni imposte con questo regolamento sarebbero prima di tutto i giocatori che si sposterebbero appunto in luoghi privi di tutele, potenzialmente pericolosi ed illegali e fuori dai controlli dello Stato (attraverso la rete pubblica) e delle autorità di pubblica sicurezza. Pagherebbero poi i lavoratori del settore che si troverebbero in breve tempo senza posto di lavoro. È quindi essenziale che, come fatto in altri Comuni italiani, nello stabilire una regolamentazione dell’offerta di gioca si tenga conto delle criticità sopra evidenziate. Giova da ultimo ricordare come già la legge regionale preveda forti limitazioni all’offerta di gioco lecito. È infatti imposto l’obbligo del rispetto di una distanza minima da una serie di luoghi cosiddetti sensibili, tra i quali, in maniera del tutto apodittica rientrano anche caserme e circoli privati. Abbiamo tentato di presentare queste osservazioni ad alcuni componenti della Giunta comunale che in questi mesi è rimasta sorda ad ogni richiesta di modifica e non ha preso in considerazione alcuna delle nostre istanze.  Nell’auspicio che vengano trovate soluzioni che riescano a contemperare l’esigenza di sopravvivenza delle nostre imprese e dei
loro dipendenti con quella di tutelare la salute dei nostri concittadini, ci appelliamo a Voi affinché decidiate in maniera razionale e pragmatica, al di fuori di ogni pregiudizio ideologico e di ogni logica di schieramento, CONTRO questo regolamento che non farà che favorire il gioco irregolare (quindi la criminalità) e che non potrà che avere ricadute controproducenti rispetto alla prevenzione del gioco patologico”. lp/AGIMEG