Valentini (pres. AIESS) ad Agimeg: “Dobbiamo far capire all’opinione pubblica che scommettere non è gioco d’azzardo ma intrattenimento e abilità”

“In questo momento è opportuno trovare dei punti di unione per cercare di uscire da questa fase di stallo. Noi siamo nati nel momento in cui ci siamo sentiti discriminati e umiliati. Uno dei nostri obiettivi sarà quello di insegnare all’opinione pubblica cosa è la scommessa sportiva, ovvero un gioco di abilità, il vecchio bar dello sport. Purtroppo siamo amministrati e governati da una classe politica che non solo non accetta il confronto, ma non è neanche informata di cosa succede nelle nostre sale. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a dichiarazioni del tipo ‘tassiamo le lobby del gioco’, ma sono dichiarazioni sbagliate, chi ne fa le spese sono gli esercenti e gli scommettitori. Il payout è infatti costantemente abbassato, il Governo è il primo che crea delle difficoltà al settore e ai giocatori”. Lo ha detto Mario Valentini (presidente AIESS, la neonata Associazione italiana esercenti scommesse sportive), intervenuto alla diretta fb con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, sul futuro delle scommesse. “La scommessa è come il poker, è un gioco di abilità, se sei più bravo vinci. Dopo la crisi sanitaria il Governo è libero di decidere di far ripartire il gioco come ultima tra le attività, ma allora ci dovrebbero spiegare come mai certi giochi sono aperti a differenza dei nostri, quindi siamo discriminati. Se il Governo fa un discorso sulla tutela salute pubblica, per quale motivo noi non saremmo in grado di tutelare i nostri clienti rispetto alle altre categorie?  Subiamo una lesione dei diritti e dei principi sanciti dalla Costituzione. A mio giudizio – prosegue Valentini – serve una distinzione tra chi ha una sala e gli esercizi generalisti che offrono lo stesso nostro prodotto, noi non abbiamo un’identità, la presenza dei giochi negli esercizi generalisti ha scosso l’opinione pubblica, che dà un giudizio negativo del gioco. E’ vero che bisogna essere uniti, ma ci sono interessi contrastanti, io devo sottostare a certe regole e leggi, voglio una mia identità, mi servono tutti i giochi, proprio per questo noi siamo i professionisti del gioco. Trovare un punto di incontro non è semplice, ci sono interessi contrastanti, anche tra concessionari ci sono divisioni”. cr/AGIMEG