Poker, operazione All in. Rosa: “I giudici italiani continuano a ignorare la sentenza Corte Ue”

“Le Commissioni Tributarie continuano ad emettere decisioni pro amministrazione, ove viene letteralmente ignorato il dettato normativo in materia di condanna alle spese, e così il Fisco la fa franca nel 99% dei casi, sfruttando l’inerzia dei contribuenti che, a un certo punto, preferiscono lasciar perdere”. Non si chiude la partita tra i giocatori di poker italiani che hanno ottenuto vincite all’estero e le commissioni tributarie italiane. A tornare sull’argomento è il legale Massimiliano Rosa, che insieme al fiscalista Sebastiano Cristaldi ha seguito alcuni giocatori fino alla sentenza del 22 ottobre della Corte di Giustizia Ue. La Cge ha già bocciato l’Italia sull’assoggettamento ad obblighi dichiarativi ed impositivi a fini fiscali delle vincite conseguite presso case da gioco di Paesi membri dell’Unione Europea, da persone residenti in Italia, ma la questione evidentemente evidentemente deve ancora “essere assimilata” in Italia.
“Ricordo – spiega Rosa – che con Sentenze N.ri 131, 132, 133 e 134/01/2014, tutte depositate in data 11.04.2014, la Commissione Tributaria Provinciale di Teramo aveva annullato i 4 avvisi di accertamento emessi nei confronti del sig. Alberto Musini, aventi ad oggetto le vincite conseguite dalla partecipazione a tornei di poker live svoltisi nelle annualità d’imposta dal 2007 al 2010, prevalentemente in Case da Gioco slovene.
Nell’occasione la CTP condannava l’Amministrazione a rifondere complessivamente al ricorrente € 4.000,00 di spese legali, oltre ad IVA e CPA: ciò avveniva sei mesi PRIMA della Sentenza comunitaria sul caso Blanco Fabretti, del 22 ottobre 2014.
Ebbene con mio assoluto sconcerto, due settimane DOPO la pubblicazione della sentenza europea che, come noto, ha un potere vincolante nei confronti delle amministrazioni degli Stati membri, l’Ufficio legale dell’Agenzia delle Entrate di Teramo impugnava le predette decisioni della CTP, notificando 4 atti di appello, ove naturalmente non veniva in alcun modo citata la Sentenza Blanco del 22 ottobre”. lp/AGIMEG