Poker 2.0: Figp e Alampi presentano il nuovo progetto

Poker 2.0: Isidoro Alampi, presidente della Figp, e Claudio Barbaro, presidente dell’Asi, hanno svelato le carte. Un poker sportivo dove la competizione ha un ruolo principale rispetto alla vincita. Un poker che vuole nelle intenzioni rivoluzionare il concetto di circoli: niente cash, perché ha derive lontane dal concetto di sport. “La maggior parte degli appassionati ama lo sport, il grosso dei circoli italiani offre tornei da 30-50 euro. Poker 2.0 si rivolge ad oltre 2 milioni di praticanti. Quindi – ha spiegato Alampi – da domani avremo tornei con buy in riferito all’ultima sentenza della corte di Cassazione, mettendolo alla pari dell’online, anche se non si partirà con i tornei da 250 euro però. Vedremo quanti ci seguiranno, vedremo se il nostro è solo un sogno o se il poker è solo un gioco da casinò”. “Il governo, tramite il sottosegretario all’Economia Giorgetti – fa sapere Barbaro – si è mostrato aperto al confronto, anche se vuole studiare bene il progetto Poker 2.0”. L’Asi intanto ha dato il proprio appoggio, sposando l’idea pensando non a quanti tesserati avrebbe portato il poker, ma informandosi su come il poker poteva diventare una disciplina sportiva riconosciuta dal Coni. “Parliamo di un percorso lungo due anni –precisa Alampi -Due anni fatti di controllo del territorio. Dimenticatevi il club dove si gioca il torneo da 100mila euro garantiti. Noi abbiamo in mente tanti club con tasse d’iscrizione e non buy in, contenuti. Non ci sarà darà denaro contante, il premio sarà consegnato tramite carte di credito. Chi non sposa questa disciplina è fuori dal nostro progetto. E ancora, ogni torneo deve essere autorizzato a livello centrale e tramite un software sarà possibile accreditare le vincite sulla carta di ogni giocatore. Tutte le questure avranno la possibilità accedere al sistema e monitorare il gioco. Attenzione: la selezione iniziale sarà spietata. La maggior parte dei club non aderirà. Le bische che offriranno cash probabilmente andranno avanti per la propria strada. Il sogno è giocare la finale del campionato italiano a piazza del Popolo. Non dovremo più nasconderci”. Ci sarà solo poker nelle sale o ci saranno altri giochi? ”Sale di grandi dimensioni  – spiega Alampi – non potranno reggere solo con il poker. Potranno esserci anche sale scommesse, il biliardo un  bar, ma i tornei saranno gestiti da associazioni no profit. Il poker sportivo non è quello che si gioca in Italia oggi, tante realtà che di sportivo non ha nulla. Il nuovo progetto portato alla casa dello sport. Il poker è uno sport e come tale deve essere trattato. I primi contatti con il Coni risalgono al 2006, poi siamo andati avanti, fino a pensare alla formazione per gli Under 18. Oggi i giovani imparano a giocare su internet, o in  tv. Un giorno ci saranno corsi di formazione”. Intanto c’è il benestare di Roberto Fabbricini, segretario del Coni. Possono essere ammesse dal Coni come nuove discipline solo quelle ricoscite dal Cio. La figp sarà l’organizzazione ufficiale di riferimento. Che figura avranno i giocatori? Abbiamo centinaia di professionisti in Italia, che non hanno una figura normativa. Nel mondo del poker ci sono 10mila posti di lavoro che devono essere regolarizzati. “Il club che seguiranno il nostro progetto – afferma ancora Alampi — avranno copertura legale gratuita. Il riconscimento internazionale arriva anche dalla international federation of poker, che ha sposato il progetto Figp. Anche in tal senso nel 2014 ci sranno novità importanti”. rg/AGIMEG