La sfida dei non vedenti di Pokereyes: “Le nostre abilità decisive nel texas hold’em”

Può un non vedente superare un campione di poker al tavolo verde? Lo vogliono scoprire i ragazzi che hanno sposato il progetto “Pokereyes”, format che sta incuriosendo i casinò italiani. Le carte le leggono, come i fanno i fenomeni del Texas Hold’em che sono pronti a sfidare. In viaggio per Campione d’Italia, dove si terrà una delle sfide (nelle prossime settimane saranno il casinò di Venezia e quello di Sanremo ad ospitare i tornei), uno dei giocatori ha raccontato ad Agimeg la sua esperienza. Paolo, 24 enne romano diplomato in pianoforte all’accademia di Santa Cecilia svela alcuni dei suoi segreti. “Il poker è un gioco di abilità, ognuno fa valere le proprie e nel nostro caso alcuni meccanismi vengono rivoluzionati. Io riesco a valorizzare meglio alcuni aspetti verbali: il tono di voce per esempio può aiutare molto a capire la mano dell’avversario”.
Cosa dicono i professionisti del tavolo verde di voi? “Che la nostra poker face è impossibile da leggere. Siamo molto bravi a nascondere quello che stiamo pensando”.
Qual è il tuo l’obiettivo? “Dimostrare ancora una volta che il poker è un gioco nel quale l’abilità ha un fattore determinate. Lo stiamo facendo con “Pokereyes”, un’avventura che può portarci ovunque, anche se per me il gioco resta una passione. Il mio primo obiettivo è finire gli studi per diventare un magistrato”. cz/AGIMEG