Dov’è finito il poker live? E’ vivo e prospera tra l’incertezza, la confusione e la mancanza di regolamentazione

Il poker live esiste ma si è perso tra l’incertezza, la confusione e l’assoluta mancanza di regolamentazione. Questo è quanto emerso nel corso del convegno Dov’è finito il poker live? Dati, ricerche, aspetti normativi e novità sulla legalizzazione delle sale da poker, organizzato da Jea srl, Agimeg e Jamma, nel corso di Enada Primavera. L’incontro è stato moderato dal direttore di RadioPokerClub, Claudio Mariani.

 

“Quello che stiamo vivendo – ha dichiarato Luciano Del Frate, giornalista di assopoker.com durante il suo intervento – è un momento di assoluta incertezza”. Momento che, verrebbe da dire, dura da un po’ troppo tempo. Ad oggi “non vi è ancora una regolamentazione che disciplini in maniera chiara questa tipologia di gioco” ha tenuto ad evidenziare Del Frate. Opinione, quella di Del Frate, condivisa anche da Domenico Tresa, presidente di Italian Rounders. “Dal 2006 – ha dichiarato Tresa – per il poker live è iniziata un’importante azione di sviluppo, uno sviluppo molto veloce, accelerato e se vogliamo favorito da un ingente numero di associazioni e federazioni sparse sul territorio. Nel 2009 abbiamo avuto la prima e vera nuova normativa che purtroppo ha bloccato il poker live. Questa normativa, nata proprio dalla spinta delle associazioni, ha posto dei limiti al poker sportivo, successivamente corretto nel 2011 che ha dato potere alle concessionarie”. “La verità delle ultime due sentenze – prosegue – impone alle autorità di fare una scelta”. Nonostante ciò “il poker live ha vissuto e continua a vivere un’evoluzione incontrollata, perché inutile dirlo sono noti i movimenti non leciti. Tuttavia non è possibile rappresentare un movimento con troppe voci e che non sempre rispettano le regole del gioco”. “Auspico – ha dichiarato in conclusione – che a breve ci possa essere una delucidazione in merito”. Nonostante esista una pluralità di voci e di associazioni vicine al poker “Non abbiamo una figura che ci rappresenta” ha dichiarato Filippo Ridolfi, giocatore professionista di Italian Poker Accademy “ed è per questo che siamo poco tutelati”. “Il poker è ormai una realtà ma dal punto di vista burocratico siamo assolutamente fermi. Poker on line e poker live sono completamente diversi e dal punto di vista del live abbiamo tutti bisogno di maggiore chiarezza”.

 

Ma qual è l’immagine del poker che emerge dai media generalista?

“L’immagine del poker – ha commentato il giornalista Claudio Zecchin – è sicuramente negativa, c’è da dire che questa è una conseguenza di come la politica ha trattato il poker live. L’unico rappresentante politico che si è interessato al gioco ricordiamo  è stato Mario Adinolfi che ha sfidato alcuni colleghi della Camera a dimostrazione che il poker non è un gioco aleatorio; tuttavia sono stati molti gli interventi che hanno demonizzato questa tipologia di gioco, anche se alcuni lo hanno utilizzato in modo demagogico. Senza considerare poi come ci hanno presentato i media generalista basti pensare all’ultimo servizio delle Iene o all’intervento satirico di Crozza che ha parlato dell’apertura di 1.000 sale di videopoker”. “E’ una situazione un po’ particolare ma credo che anche noi tutti dobbiamo fare un mea culpa, dobbiamo cercare di capire quali sono stati i nostri errori. Quattro anni di vuoto sono davvero tanti. A questo punto mi chiedo se noi abbiamo fatto abbastanza, vedo tornei con migliaia di iscritti ma non ho mai visto migliaia di persone che hanno protestato per far ascoltare la propria voce”. In effetti qualcosa è stato fatto. “Ci sono state delle iniziative di alcuni gruppi di giocatori – afferma Tresa – che si sono adoperati per fare chiarezza sulla situazione senza per questo pubblicizzare la cosa, ma ancora nulla è stato risolto”. “Probabilmente – ha proseguito Tresa –  l’interesse di legalizzare il poker sportivo è prerogativa di pochi dal momento che è una tipologia di gioco poco vantaggiosa, tuttavia dobbiamo tenere presente che il poker ha un elevato livello aggregante e quindi potrebbe essere offerto nelle famose gaming hall”.

E sulla possibilità di importare nelle gaming hall questa tipologia di gioco è intervenuto, a titolo personale, Italo Marcotti (vicepresidente di Sistema Gioco Italia) che in apertura del suo intervenuto ha dichiarato: “Vi invito a farvi una domanda: come potete voi oggi presentarvi in Parlamento e proporre di autorizzare il poker quando sono mesi che siamo sotto attacco mediatico e soprattutto quando c’è la voglia di cancellare ogni forma di gioco? A mio avviso credo che voi dovreste presentarvi dicendo che volete uscire dall’illegalità. Contrastare e denunciare chi è che fa il cash game. Le opportunità offerte da questa tipologia di gioco sono numerose, potreste dare migliaia di posti di lavoro o un’ulteriore offerta turistica”. “A mio avviso il regolamento non può uscire perché il tessuto sociale nel quale viviamo non è pronto. Siate quindi propositivi motivando la vostra proposta ma soprattutto denunciate chi autorizza il cash game, denunciate l’illegale. Il poker deve essere un’attività che offra gettito erariale, che crei posti di lavoro, che paghi le tasse e via discorrendo. Per questa tipologia di gioco non vi sono certezze, c’è molta confusione ed è difficile arrivare ad un soluzione condivisa in questo clima”.

lb/AGIMEG