Giochi, Fiasco (Pres. Alea) ad Agimeg: “Molto discutibile la gestione dei dati dell’online da parte dei Monopoli, ma soprattutto la lavorazione che ne fa il Politecnico di Milano che viene utilizzata a fini commerciali dai concessionari”

Qualche giorno fa Maurizio Fiasco, sociologo, membro della Consulta Nazionale Antiusura e presidente di Alea (associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio), ha inviato una lettera aperta al rettore del Politecnico di Milano. Nello scritto Fiasco sottolineava come: “Il Dipartimento di Ingegneria gestionale dell’Università Politecnico – Università dello Stato Italiano – svolge per conto dei concessionari del gioco d’azzardo on line una pluralità di servizi in funzione del marketing, della “mappatura” dei consumatori di casinò e scommesse su piattaforma informatica e del perfezionamento del’offerta di una modalità primeggiante di gioco con denaro, per denaro e a scopo di lucro. La lista completa dei finanziatori documenta l’evidenza schiacciante del profilo del servizio reso dall’Osservatorio”. In pratica Fiasco contesta al Politecnico il fatto che una Università statale svolga un servizio di supporto che permette, tra le altre cose, di individuare le preferenze e il gradimento di target di persone più propense alle diverse tipologie di gioco on line. La mappatura dei giocatori finalizzata, sempre secondo il presidente di Alea, è di fatto una ricerca di tipo commerciale che può aiutare i concessionari nelle loro attività di marketing. E per tutto questo il Politecnico viene finanziato dai concessionari stessi. “L’attività svolta dal Politecnico nel settore del gioco d’azzardo presenta delle precise criticità – ha dichiarato ad Agimeg Maurizio Fiasco – che suscitano perplessità circa quel profilo etico che dovrebbe contraddistinguere ogni università statale. Quella della ricerca sull’online è una strada piena di buche in cui l’etica pubblica rischia di sprofondare. La verità è che siamo di fronte, in generale, a due comportamenti discutibili. Il primo è quello dei Monopoli di Stato che detengono, attraverso la Sogei, i dati analitici e dettagliati sul gioco, sui flussi e dunque sui profili dei giocatori (età, sesso, località). Si può pervenire a un’immagine precisa e articolata di come è composta la popolazione dove avviene la concentrazione d’impiego di denaro e di tempo. Insomma si possono ricavare cluster dei clienti più fidelizzati. I Monopoli, non dimentichiamolo, sono un ente pubblico economico di scopo (promuovere e regolare il mercato del gioco pubblico d’azzardo). Non spetta a essi – se non in via generale – occuparsi della diretta tutela della salute del cittadino. Eppure tale ente economico di scopo ha l’esclusiva anche di informazioni che invece dovrebbero essere a disposizione del ministero della Salute. Come ho verificato partecipando alle riunioni di un altro osservatorio sul gioco, quello presso il ministero della Salute e presieduto da un suo alto dirigente, tali informazioni non sono neppure trasmesse al dicastero di cui è titolare l’on. Lorenzin. Mentre dunque i Monopoli dovrebbero limitarsi agli aspetti gestionali dei dati (fiscalità, flussi, regolarità del funzionamento dei sistemi), accade che questi elementi chiave siano invece siano forniti al Politecnico, e quindi analizzati dall’Osservatorio del Polimi in forma tale da essere impiegati anche per scopi commerciali. Una asimmetria informativa sconcertante: da un lato il ministero della Salute è privato di elementi statistici concorrenti a una lettura epidemiologica del consumo di gioco on line, dall’altro lato è in funzione la sequenza Monopoli-Consessionari-Osservatorio Polimi. Eppure, considerato il recente provvedimento sui Livelli Essenziali d’Assistenza che includono finalmente le prestazioni per le patologie dell’azzardo, spetterebbe proprio al Ministero della Salute essere il depositario principale di questo tipo di informazioni. Se vi aggiungiamo la spendibilità delle ricerche dell’Osservatorio Polimi, anche per utilizzare dati sensibili per profilare le persone ai fini di una fidelizzazione dei giocatori a scopi commerciali, comprendiamo l’anomalia. Viene meno infatti la terzietà della sfera pubblica alla quale appartengono sia i Monopoli e sia il Politecnico. Tanto per fare un esempio – ha concluso il presidente di Alea – è come se l’Agenzia delle Entrate fornisse il database dei contribuenti italiani a società private che trattano investimenti o  prestiti. E tali società – per il tramite magari di un’università da essi finanziata – ne traessero supporto per le loro strategie di marketing. Spero proprio che questa situazione trovi una soluzione appropriata, in modo che non venga scalfito il prestigio storico del Politecnico di Milano, che tanti meriti ha avuto nello sviluppo del Paese”. Questo il LINK alla lettera aperta inviata al Politecnico di Milano. lp/AGIMEG