Faggiani (ANCI) ad Agimeg: “Serve una normativa nazionale coinvolgendo Stato, Enti locali e tutta la filiera del gioco. Formazione non proibizionismo per prevenire la ludopatia”

“Comprendo le preoccupazioni espresse dagli operatori del settore del gioco, le difficoltà di operare in mancanza di una normativa nazionale e in presenza di alcuni provvedimenti locali, così come per i continui incrementi della tassazione per alcune tipologie di gioco, ma non accetto le critiche alle ordinanze da parte dei sindaci. Questi ultimi sono anche autorità sanitaria, in servizio 24 ore su 24, serve massimo rispetto per il loro lavoro, soprattutto in questo momento di emergenza. Sicuramente c’è la necessita di riprendere il filo interrotto del riordino, ripartendo dalla Conferenza Unificata del settembre 2017. Serve riordinare, ridurre e riqualificare l’offerta di gioco, in quanto finora gli interventi sono stati solamente parziali. Serve una normativa nazionale che faccia da cornice e alla quale si devono adeguare le norme regionali e i regolamenti comunali”. E’ quanto ha dichiarato Domenico Faggiani, responsabile nazionale Anci per le problematiche da gioco d’azzardo, nel corso della diretta Facebook con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, sulle difficoltà delle imprese anche prima dell’emergenza:”Non ho mai condiviso il distanziometro, credo piuttosto che dovremmo rifarci alle esperienze delle rivendite tabacchi, dove le distanze servono per distanziare i punti di offerta tra di loro e basta. Capisco le difficoltà in questi anni per il settore, con norme che cambiano rapidamente e tassazioni che si accavallano, per questo motivo alla normativa nazionale devono concorrere Stato, Regioni ed Enti locali, coinvolgendo tutta la filiera del gioco a cominciare dai concessionari”. In merito al problema della ludopatia, Faggiani ha detto: “E’ sbagliato dire che non esiste, viceversa esiste e va affrontato in maniera adeguata. Serve maggiore prevenzione, partendo dai giovani nelle scuole, bisogna tutelare le fasce più deboli, fare formazione adeguata per chi lavora nel settore. Credo che parte delle risorse provenienti dal settore del gioco debbano essere utilizzate per fare prevenzione e curare le dipendenze in senso lato. E’ necessario aumentare la dotazione di 50 milioni di euro che nel 2018 e 2019 sono stati dati alle regioni, per destinarle ai Comuni che sono in prima fila nella tutela del cittadino e nella tutela sicurezza pubblica, oltre che nel contrasto all’illegalità. La deriva proibizionistica sul gioco pubblico – ha concluso Faggiani – è pericolosa perché vuol dire lasciare campo libero all’ illegalità, sottraendo importanti risorse all’ erario. Non è eliminando il gioco legale che si risolve il problema del gioco d’azzardo patologico. Serve lavorare nella direzione di offrire, alle persone che lo vogliono, momenti di svago attraverso il gioco, evitando che diventi malattia”. cr/AGIMEG