Conticelli (Cons. PD Piemonte) ad Agimeg: “Mai stata contro il gioco, anzi mi auguro un confronto tra organizzazioni che combattono dipendenze e operatori del settore”

“Non so da dove siano state prese quelle dichiarazioni pubblicate in questi giorni e attribuite a me, ma la mia posizione nei confronti del gioco non è affatto quella ed è molto chiara: bisogna avere il coraggio di ammettere che una legge non raggiunge tutti gli obiettivi che si è prefissa e rivederla, pensando soprattutto alle conseguenze per le persone, comprese le aziende e le famiglie che lavorano in questo settore”. Così Nadia Conticelli, consigliere uscente del Pd alla Regione Piemonte e candidata alle prossime elezioni, che si terranno in contemporanea con le europee il 26 maggio. In particolare, si dice indignata per la semplificazione che la vorrebbe avere “sempre lottato contro il gioco d’azzardo”.
“Le cose non sono mai del tutto bianche o del tutto nere” dice ad Agimeg “perché un provvedimento di legge, anche se redatto con le migliori intenzioni, come nel caso della legge piemontese sul gioco d’azzardo, può avere degli effetti che non si erano valutati mentre la si discuteva. Ecco perché i legislatori hanno poi il dovere di verificare cosa succede quando una legge viene applicata. Cosa succede alla gente. E in questo caso dobbiamo affrontare alcuni problemi che sono nati dalla legge e ammettere che alcuni obiettivi non sono stati raggiunti. Per esempio, il distanziometro non risolve due problemi cruciali del gioco: le infiltrazioni criminali e la tutela dei ceti disagiati. Perché già non è facile individuare quelli che sono da classificare come luoghi sensibili. Ma poi si finisce con il creare delle autentiche Las Vegas nelle periferie delle città. Proprio la dove vivono le persone con più problemi di tipo sociale ed economico”.
La proposta di Conticelli è chiara: appena insediato il nuovo Consiglio regionale, bisogna aprire un tavolo tecnico per rivedere la legge di comune accordo con le organizzazioni che combattono le dipendenze e con gli stessi operatori del gioco. “Gli esercenti, i tabaccai, i gestori di sale giochi, non hanno mai detto di volere una liberalizzazione totale e una diffusione indiscriminata di slot machine. Sono i primi a chiedere delle regole. Anche perché sono i primi a subire le conseguenze dei giocatori che si ammalano. Ma bisogna superare le posizioni ideologiche che hanno condizionato il lavoro svolto finora da noi politici”.
L’ideale, sempre secondo Conticelli, sarebbe riaprire il confronto con il Governo nazionale, che nella precedente legislatura era stato condotto con la Conferenza unificata (Governo, Regioni, Provincie e Comuni). Ma, se il Governo nazionale non ci sta, toccherà alle Regioni intervenire in maniera equilibrata. “Le Marche hanno già deciso di rivedere la loro legge” aggiunge “e credo che prima o poi lo dovremo fare tutti. Abbandonando le posizioni ideologiche e rinunciando alla politica degli slogan: molte iniziative vengono prese oggi cercando il facile consenso dell’opinione pubblica. Ma quando, poi, la gente si accorge che quei provvedimenti non funzionano, il consenso sparisce di colpo”. gpm/AGIMEG