Il proibizionismo del Piemonte incentiva il pendolarismo del gioco, nei primi sei mesi dell’anno cresce la spesa nelle slot dei bar di confine

La legge regionale del Piemonte, che ha vietato giochi e scommesse sull’intero territorio, non sembra aver ottenuto gli effetti sperati, se è vero che negli ultimi mesi sono sempre più i cittadini che si spostano dalla regione, attraverso un pianificato ‘pendolarismo di gioco’, verso le città di confine, soprattutto in Liguria, dove c’è una maggiore apertura legislativa sul tema. Che il proibizionismo del Piemonte non abbia avuto altro effetto se non spostare il gioco e i giocatori da un territorio all’altro è evidente dalla continua crescita della raccolta di slot e vlt nelle città di frontiera. Numeri alla mano, nei primi sei mesi del 2018 – come riporta il Corriere della Sera – Cairo Montenotte, la ‘capitale’ ligure della Val Bormida, zona di confine fra le due regioni del nord-ovest, ha fatto registrare con gli apparecchi una spesa di 14 milioni di euro, 6 milioni in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A Cengio e Millesimo, i due paesi più vicini al Piemonte, da gennaio a giugno sono stati spesi per le slot quasi 3 milioni di euro, pari a 810 euro per abitante, una cifra che si può spiegare solamente con l’apporto di denaro da parte di giocatori proveniente da fuori regione. Che i giocatori siano disposti a spostarsi per cercare un’offerta di gioco soddisfacente, diretta conseguenza del proibizionismo, lascia presupporre che il giorno in cui anche la Liguria dovesse bandire il gioco, i ‘pendolari’ cercheranno altri lidi, sia in Italia, nelle città che ancora non hanno chiuso definitivamente a slot e vlt, o all’estro, in Svizzera o Francia. lp/AGIMEG