Ricerca Doxa, distanziometro e limiti orari misure inefficaci, il 65% dei giocatori si sposterebbe altrove o punterebbe allo stesso gioco ma in modalità online

dal nostro inviato – Se chiudesse un luogo di gioco abituale per effetto del distanziometro, il 65% delle persone si sposterebbe altrove per giocare o punterebbe allo stesso gioco ma in modalità online. E’ quanto emerge da una ricerca Doxa “Gli effetti del distanziometro e dei limiti orari” presentata oggi che dimostra la sostanziale inefficacia di strumenti quali distanziometro e limiti orari imposti in ormai quasi tutte le regioni come disincentivanti al gioco. Dai dati emersi, risulta che la maggior parte dei giocatori, di fronte all’ipotetica chiusura di un negozio di gioco, il più delle volte cerca un’alternativa, che sia un altro punto vendita o il gioco su internet. L’eventualità di una ipotetica chiusura dell’esercizio abituale non rappresenta dunque un ostacolo verso il continuare a giocare. L’alternativa è quella di spostarsi altrove o di fruire di un certo gioco online comodamente da casa e in qualsiasi della giornata. In particolare, si sposterebbe in un altro punto vendita il 69% dei giocatori delle scommesse sportive, il 65% dei giocatori delle Slot e il 61% dei giocatori Vlt, mentre giocherebbe allo stesso gioco online il 30% dei giocatori di scommesse sportive, il 20% dei giocatori delle Slot e il 25% dei giocatori Vlt. Solamente il 12%, emerge dallo studio, smetterebbe di giocare qualora chiudesse il luogo di gioco abituale. Nel dettaglio, smetterebbe di giocare l’8% dei giocatori delle scommesse sportive, il 16% dei giocatori Slot e il 19% dei giocatori Vlt. Focus anche sull’introduzione dei limiti orari per il gioco: per il 44% del campione non impatterebbero sulla frequenza e sulla spesa del modo abituale di giocare, per il 25% impatterebbero poco su frequenza e spesa, per il 23% impatterebbero in parte e per il 7% impatterebbero del tutto su frequenza e spesa di gioco. cr/AGIMEG