La verità sui numeri del gioco pubblico in Italia

“Il dibattito sul mercato del gioco in Italia è da sempre molto acceso. In particolare tiene banco la questione relativa alle dimensioni del fenomeno – spiega Fabio Felici direttore dell’agenzia specializzata Agimeg – Negli ultimi anni sono circolati numeri diversi per lo stesso segmento di mercato. Questo fatto ha generato “confusione” politica visto che il settore ha un forte impatto sociale, economico ed occupazionale. L’analisi che abbiamo effettuato si prefigge di fare chiarezza sull’argomento attraverso l’utilizzo di fonte terze e quindi prive di ogni tipo di contaminazione. L’argomento è stato suddiviso in 7 grandi sezioni: fiscalità, offerta sul territorio ed online, ludopatia, spesa medica, minori, pubblicità ed occupazione”. La ricerca integrale sarà pubblicato su Jamma Magazine di settembre.

La Fiscalità

(Fonte: Libro Blù – Agenzia Dogane e Monopoli di Stato 2017)

La tassazione dei giochi in Italia superiore al 50%. Cresce la raccolta ma rimangono stabili la spesa dei giocatori e le entrate erariali. Nell’ultimo quadriennio (i dati del 2017 sono provvisori) la raccolta del settore è cresciuta in maniera importante mentre la spesa reale dei giocatori (cioè la raccolta meno le vincite) e l’Erario sono cresciuti in maniera meno consistente, stabilizzandosi negli ultimi due anni. Questo fatto è dovuto in parte allo spostamento degli utenti verso giochi con payout più elevati.

ANNO RACCOLTA SPESA ERARIO FILIERA
2014 84,5 16,9 7,9 9,0
2015 88,3 17,1 8,1 9,0
2016 95,9 19,0 10,1 8,9
2017 101,8 19,1 10,3 8,8

dati in miliardi di Euro

L’impatto dell’Erario sulla Spesa è stato del 46,7% nel 2014, del 47,4% nel 2015, del 53,2% nel 2016, del 53,9% nel 2017. Mediamente nel quadriennio esaminato all’Erario è andato oltre il 50% della Spesa. Nel 2016 e nel 2017 all’Erario è andata una cifra superiore a quello rimasto nella filiera del gioco (concessionari, ricevitori, gestori, ecc).

(Fonte: Ufficio Parlamentare del Bilancio 3 maggio 2018)

La tassazione sul gioco in Italia superiore a quella degli altri Paesi europei. La tassazione del settore risulta essere superiore rispetto ad altri paesi europei, oltre il doppio di Francia e Regno Unito, il triplo della Germania e quattro volte quello della Spagna.

 Diminuzione Offerta Sul Territorio ed Online

Oltre 140.000 newslot in meno da aprile 2018 ed oscurati oltre 7.200 siti di gioco illegali.

(Fonte: Legge di Stabilità 2016)

Nel percorso tracciato dall’articolo 14 della delega fiscale si è provveduto ad adottare, nella Legge di Stabilità 2016 (articolo 1, comma 943, della legge 28 dicembre 2015, n. 208), alcuni provvedimenti riguardanti il settore degli apparecchi da intrattenimento, con la riduzione “di almeno il 30% delle newslot in circolazione, attraverso la riduzione effettiva delle macchine disponibili. In realtà le macchine tagliate sono state, al 30 aprile 2018, molte di più, circa il 35%: si è passati da una rete di oltre 407mila macchine a una di 265mila.

(Fonte: Agenzia Dogane e Monopoli di Stato 2018)

Il 31 dicembre 2017è scaduto il termine per la proroga onerosa dei corner ippici. Non rinnovati 4.000 punti.

Siti online oscurati

(Fonte: Agenzia Dogane e Monopoli di Stato 2018)

Dal 2006 è iniziata l’opera di oscuramento dei siti di gioco illegali. Dai 628 siti inseriti nella “black list” nel 2006, si è arrivati ai 7.224 siti oscurati a fine giugno 2018.

 I Numeri della Ludopatia

Per il CNR sono 400.000 i giocatori problematici per l’ISS l’1,6% dei giocatori, dato in linea con gli altri paesi europei. Da un’indagine dell’ISS 24.000 le persone trattate in un anno e mezzo. La ludopatia all’ottavo posto tra le principali dipendenze in Italia

(Fonte: Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr) 2018)

Giocatori d’azzardo problematici. popolazione adulta (15-64 anni), infatti nel corso del 2017 hanno giocato almeno una volta oltre 17 milioni di italiani (42,8%), giocatori problematici, 400.000 stimati nel 2017 (2,4% dei giocatori).

(Fonte: Centro Nazionale Dipendenze e Istituto Superiore di Sanità 2018)

 La dimensione del fenomeno. Una revisione sistematica sugli studi empirici condotti in tutto il mondo, tra il 2000 e il 2015, sul gioco d’azzardo e sul gioco d’azzardo problematico pone in evidenza che in molti paesi non sono state ancora condotte indagini sul comportamento del gioco d’azzardo Negli Stati Uniti tra gli adulti la prevalenza del gioco d’azzardo patologico varierebbe tra lo 0,4% e l’1,1% e quella del gioco problematico tra il 3,5 e il 5% (9). L’esame dei tassi di prevalenza europei del gioco d’azzardo negli ultimi anni ha mostrato che varia tra lo 0,12% e il 3,4%. In Italia, secondo i risultati dello studio condotto dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Centro Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR), sulla base dei dati raccolti attraverso l’Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs (IPSAD 2013-2014), che valuta tra l’altro il rischio di gioco d’azzardo nella popolazione adulta tra i 15 e i 74 anni, circa 17 milioni di individui hanno giocato somme di denaro almeno una volta negli ultimi 12 mesi precedenti l’intervista e di questi oltre 5,5 milioni sono giovani adulti tra i 15 e i 34 anni. I risultati mostrano che poco meno del 15% dei giocatori presenta un comportamento di gioco definibile a basso rischio, il 4% un comportamento a rischio moderato e l’1,6% un comportamento di gioco problematico.

(Fonte: Istituto Superiore di Sanità 2018)

Persone in trattamento. L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato i dati relativi all’indagine sui servizi e strutture per il trattamento del disturbo da gioco di azzardo (DGA), realizzato con il supporto finanziario del Ministero della Salute. Numero di pazienti. I centri (SerT/SerD (Servizi per le Tossicodipendenze – Dipendenze e centri del privato sociale) che hanno collaborato all’indagine hanno comunicato di aver preso in carico poco meno di 24mila utenti per disturbo da gioco d’azzardo – 17.668 nei SerT/SerD e 6.195 nel privato sociale – nel periodo gennaio 2014 /agosto 2015.

 (Fonte: Istat, Telefono Azzurro Onlus,CNR, quotidiani nazionali)

La classifica delle dipendenze. La principale dipendenza in Italia è quella da fumo, seguita da alcool e social network. Se le prime due voci erano abbastanza scontate, la terza mostra a sorpresa dei dati allarmanti. La dipendenza da social network si valuta quando un soggetto, ad esempio, ha come primo pensiero appena sveglio quello di controllare facebook o altri social. Stessa valutazione in caso un soggetto si alzi di notte per un qualsiasi motivo e la prima cosa che mette in pratica è un giro sui social frequentati. Seguono, in questa graduatoria, la droga (ma il dato potrebbe essere più alto visto che, trattandosi di un fenomeno illegale, esiste una parte non rilevabile) e gli smartphone. Quest’ultima dipendenza si rileva, tra l’altro, quando una persona dorme con il cellulare accanto non per motivi di sicurezza, ma per poterlo avere sempre a portata di mano. Altro sintomo della dipendenza è interagire con lo smartphone in ogni momento di tempo libero. In sesta e settima posizione due dipendenze forse poco conosciute, ma che di fatto coinvolgono oltre 4 milioni di persone. Si tratta della dipendenza da shopping, fenomeno che porta i soggetti, ad esempio, a non pagare impegni come mutuo, rate o condominio per comprare oggetti come vestiti, scarpe, ecc. Questo provoca in molti casi dei gravi squilibri nella situazione economica dei soggetti interessati. La dipendenza da sesso provoca invece disturbi nella capacità di interagire con altre persone, abbassa i livelli di attenzione su tutte le attività lavorative, comprese quelle che richiedono meno concentrazione. Il gioco è in ultima posizione in questa graduatoria ed è l’unica forma di dipendenza che interessa molto meno di un milione di persone. Secondo l’ultimo rapporto del Cnr infatti, nel 2017 i giocatori problematici sono stati circa 400mila.

Dipendenza Persone Fonte
FUMO 10.300.000 Istat
ALCOOL 8.265.000 Istat
SOCIAL NETWORK 6.300.000 Sos Il Telefono Azzurro Onlus
DROGA 4.000.000 La Stampa
SMARTPHONE 3.400.000 Sos Il Telefono Azzurro Onlus
SHOPPING COMPULSIVO 2.750.000 Il Giornale
SESSO 1.500.000 La Repubblica
GIOCO 400.000 CNR

 

(Fonte: Centro Nazionale Dipendenze e Istituto Superiore di Sanità 2018)

 Spesa Medica

50 i milioni stanziati ogni anno dallo Stato per il fondo per il gioco d’azzardo patologico.

(Fonte: Camera dei Deputati 2018)

La Legge di Stabilità 2016 (legge n. 208 del 2015, art. 1, comma 946) ha istituito presso il Ministero della salute il Fondo per il gioco d’azzardo patologico-GAP, al fine di garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione delle persone affette. Il Fondo è ripartito tra le regioni e le province autonome sulla base di criteri determinati con decreto del Ministro della salute da emanare entro sessanta giorni, sentita la Conferenza Stato regioni e entri locali. Per la dotazione del fondo è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro annui a decorrere dal 2016. Si prevede, inoltre, che il Ministero della salute, di concerto con il MIUR, predisponga campagne di informazione e sensibilizzazione, in particolare nelle scuole, sui fattori di rischio connessi al gioco d’azzardo, fornendo informazioni sui servizi disponibili per affrontare il problema della dipendenza dal gioco d’azzardo.

Minori

In calo il numero dei minori che giocano

(Fonte: Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr) 2018)

Il gioco d’azzardo tra gli studenti. I giocatori d’azzardo che durante il 2017 hanno giocato almeno una volta diminuiscono tra gli studenti (15-19 anni), passando da 1,4 milioni (47,1%) del 2007 ad un milione (36.9%) nel 2017.

A rischio ludopatia tra i minori  il 7,1% il dato più basso degli ultimo dieci anni (solo nel 2012 fu del 7,0% e nel 2008 era del 10%)

Pubblicità

La pubblicità in Italia è soggetta a numerose restrizioni già dal 2012.

(Fonte: Gazzetta Ufficiale 10 novembre 2012)

Con il cosiddetto “Decreto Balduzzi” sono state introdotte norme molto restrittive in tema di pubblicità sul gioco. Con la Legge di stabilità del 2016 sono state introdotte nuove norme ancora più restrittive. Il primo intervento in materia è stato effettuato con il decreto legge n. 158 del 2012 (convertito nella legge n. 189 del 2012) – c.d. decreto legge Balduzzi (art. 7), che introduce in particolare il divieto di messaggi pubblicitari di giochi con vincite in denaro nelle trasmissioni televisive e radiofoniche nonché durante le rappresentazioni teatrali o cinematografiche non vietate ai minori. Sono anche proibiti i messaggi pubblicitari di giochi con vincite in denaro su giornali, riviste, pubblicazioni, durante trasmissioni televisive e radiofoniche, rappresentazioni cinematografiche e teatrali, nonché via internet, che incitano al gioco ovvero ne esaltano la sua pratica, ovvero che hanno al loro interno dei minori, o che non avvertono del rischio di dipendenza dalla pratica del gioco. La pubblicità deve riportare in modo chiaramente visibile la percentuale di probabilità di vincita che il soggetto ha nel singolo gioco.

Per i trasgressori (sia il committente del messaggio pubblicitario sia il proprietario del mezzo di comunicazione interessato) vi è una sanzione amministrativa da 100.000 a 500.000 euro (Su questo argomento vedi anche la circolare applicativa dell’AAMS del 2012).

In generale, devono essere riportati avvertimenti sul rischio di dipendenza dalla pratica di giochi con vincite in denaro e sulle relative probabilità di vincita (pena una sanzione amministrativa di 50.000 euro):

– su schedine e tagliandi dei giochi;

– su apparecchi di gioco (c.d. AWP – Amusement with prizes), cioè quegli apparecchi che si attivano con l’introduzione di monete o con strumenti di pagamento elettronico;

– nelle sale con videoterminali (c.d. VLT – Video lottery terminal);

– nei punti di vendita di scommesse su eventi sportivi e non;

– nei siti internet destinati all’offerta di giochi con vincite in denaro.

(Fonte: Legge di Stabilità 2016)

Con la Legge di Stabilità per il 2016 (legge n. 208 del 2015) vengono approvate ulteriori disposizioni limitative della pubblicità (art. 1, commi 937-940).

In particolare, si vieta la pubblicità dei giochi con vincita in denaro nelle trasmissioni radiofoniche e televisive “generaliste” (in pratica i canali presenti dai numeri 1 a 9 del telecomando dalle ore 7 alle ore 22) e in quelle indirizzate prevalentemente ad un pubblico di minori; sono esclusi dal divieto i media specializzati individuati dal decreto ministeriale pubblicato nella gazzetta ufficiale dell’8 agosto 2016 (le tv a pagamento – Sky e Mediaset Premium – le radio, le tv locali ed i canali tematici sulle piattaforme a pagamento), le lotterie nazionali e le sponsorizzazioni nei settori della cultura, dell’istruzione e della ricerca, dello sport, della sanità e dell’assistenza.

AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni)

(Fonte: Relazione Annuale AGCOM 2018)

Nell’ambito dei servizi Internet sono stati monitorati più di 396.000 siti web di vario genere e 52.659 spazi virtuali relativi a giochi e scommesse online, rilevando solo 15 illeciti (0,02%) e denunciando una persona.

Occupazione

(Fonte: Ufficio parlamentare di Bilancio 2018)

L’industria del gioco sembra essere una delle prime in Italia. Complessivamente le imprese del settore sono circa 6.600 con ben oltre 100.000 occupati, di cui il 20 per cento della filiera diretta e l’80 per cento della filiera indiretta (punti vendita, tabaccherie, bar, autogrill, edicole). es/AGIMEG