Giochi: dal 2008 raccolta in crescita (+80%) ma spesa stabile sotto i 20 miliardi di euro. Apparecchi guidano il comparto, perdono quote mercato ippica (-74%), bingo (-68%) e giochi numerici a totalizzatore (-56%)

La spesa per il gioco legale è cresciuta sensibilmente tra il 2008 e il 2011 (quasi 3 miliardi complessivamente). Da quel punto di massimo si è poi tendenzialmente ridimensionata, se si eccettua una lieve ripresa nel 2015, anno in cui è tornata quasi sui livelli del 2012/2013. Le perdite effettive dei giocatori non corrispondono,  nel  circuito  legale,  alle  dinamiche  della Raccolta.  Ne  deriva  che  mentre  nel  biennio iniziale la spesa rappresenta circa il 30 per cento della Raccolta, negli anni più recenti la quota si stabilizza intorno al 20 per cento. A una raccolta quasi doppia (+80%) nell’arco di tempo considerato corrisponde un incremento assai più contenuto sul versante della spesa (+12%), nonostante l’introduzione negli ultimi anni di nuovi giochi e modalità di gioco, dalle scommesse virtuali al betting exchange. E’ quanto emerge dall’analisi di Alessandro Aronica, vicedirettore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ha commentato il trend dei dati di spesa nei giochi degli italiani tra il 2008 e il 2015.
Numeri alla mano, tra le varie categoria di giochi, chi negli ultimi otto anni ha perso di più è stata l’ippica, passata dai 704 milioni di euro di spesa del 2008 ai 181 milioni del 2015 (-74%), ma in diminuzione più o meno marcata anche i giochi a base sportiva (da 946 a 785 milioni, -17%), il Lotto (da 2.502 milioni a 2.283, -8,7%), i giochi numerici a totalizzatore (da 1.549 milioni a 676 milioni, -56,3%), i gratta e vinci (da 3.037 a 2.460 milioni -19%), fino al bingo che ha perso il 68% passando da 1.478 a 474 milioni di spesa. In netta controtendenza invece gli apparecchi da intrattenimento, la cui spesa è complessivamente passata in otto anni da 5,3 miliardi a quasi 6,7 miliardi, pari al +78%.
Se si guarda al dato della spesa in termini di incidenza percentuale di ogni singolo gioco, emerge che se otto anni fa le slot generavano un terzo del totale delle giocate complessive in Italia, oggi questa percentuale è salita al 56%, più di una giocata su due. A perdere terreno, negli anni, sono stati i giochi a base ippica – che oggi incidono per l’1% rispetto al 5% del 2008 – ma anche Lotto (dal 16% al 13%), Gratta e Vinci (dal 19% al 14%) e Bingo (da 9% a 3%), ma soprattutto i giochi numeri a totalizzatore, la cui quota si è più che dimezzata (dal 10% all’attuale 4%). Sostanzialmente stabile, invece, l’incidenza dei giochi a base ippica (dal 6% al 5% del totale). Nel periodo considerato l’aspetto erariale mostra una dinamica sufficientemente stabile, restando compreso tra gli 8,2 e i gli 8,9 miliardi di euro, con gli apparecchi (AWP e VLT) che forniscono più del 50% dell’introito erariale. cr/AGIMEG