Fipe Confcommercio Varese: “Nostra categoria la più massacrata”

“Cambiano i Dpcm, cambiano i governi, ma la categoria più massacrata resta la nostra”. E’ quanto ha detto a Varese Giordano Ferrarese, presidente provinciale e consigliere nazionale di Fipe Confcommercio. “Provvedimento assurdo. Se l’intento del nuovo Dpcm era quello di mettere un freno alla movida selvaggia e ridurre gli assembramenti incontrollati del fine settimana, la strada scelta è la peggiore possibile. Il ministro Speranza continua a identificare il problema nei pubblici esercizi e nei bar, senza rendersi conto che i problemi si creano dove c’è libero accesso all’alcol da asporto. Per questo noi avevamo chiesto di impedire la vendita dopo le 18 in tutti gli esercizi commerciali, almeno nelle zone della movida”, continua. “Confidavamo nelle riaperture serali fino alle 22 nelle zone gialle e fino alle 18 in quelle arancioni. Non solo la nostra proposta è stata bocciata, ma ora ci troviamo davanti a questo provvedimento assurdo che continua a penalizzare sempre e solo i nostri imprenditori, al di là delle loro responsabilità”, ha aggiunto. Tra le richieste avanzate da Fipe provincia di Varese l’introduzione di una disciplina fiscale da mantenere in vigore per tutto il tempo dell’emergenza, che preveda la riduzione delle imposte, l’introduzione dei crediti di imposta su affitti e stipendi per gli occupati non in cassa integrazione, la riduzione delle tasse comunali in proporzione al minor utilizzo dei servizi pubblici; e il rinvio a dopo la pandemia della lotteria degli scontrini. “Gli interventi saranno lunghi e costosi. Occorrerà quindi sostenerli con misure fiscali e contributi a fondo perso per gli investimenti necessari. Come sempre e nonostante tutto non ci arrendiamo e cerchiamo la forza di guardare avanti, anche se è sempre più difficile”, ha concluso. cdn/AGIMEG