Il gioco d’azzardo è ormai un vero e proprio pilastro della new economy internazionale. Difficile, vedendo dati e statistiche, avere dei dubbi.
A confermare tutto sono stati in primis i Monopoli di Stato. Infatti, i dati pubblicati da Freeslotmachine, hanno messo in mostra il fatto che la spesa totale reale, ossia la differenza tra quanto giocato e quanto vinto, degli italiani per il gioco nel 2016 è stata di circa 19 miliardi di euro. Niente male insomma.
Ma come è sviluppato il gioco d’azzardo nel Bel Paese? La rete di vendita è costituita da 206 sale Bingo, 9.159 esercizi per i Concorsi pronostici, come, ad esempio, il Totocalcio, 33.881 per giochi numerici a totalizzatore (SuperEnalotto e simili), 3.397 punti, tra negozi e corner, per il gioco ippico, 4.431 corner e 1.333 agenzie di scommesse sportive, 33.920 ricevitorie Lotto e 62.975 punti dove si vendono i Gratta e Vinci, 85.025 esercizi con le Newslot e 4.934 sale VLT. Cifre a dir poco da capogiro, che chiariscono molto bene le idee. Anche perché gran parte di queste finiscono per sovrapporsi e intersecarsi. Questo perché, in alcuni esercizi, si possono trovare diverse tipologie di gioco.
A livello regionale, si può affermare che a guidare le speciali classifiche è la Lombardia. Infatti è qui che la spesa pro capite è stata più alta, toccando i 420,67 euro. A seguire l’Abruzzo e l’Emilia-Romagna. A chiudere questa graduatoria è la Calabria. A saltare all’occhio è comunque il fatto che il gioco d’azzardo è ben sviluppato su tutto il territorio. Nord, Centro e Sud sono stati colpiti e attratti dal fascino del gambling. D’altronde stiamo parlando di un giro d’affari di 95 miliardi di euro. E tutto questo vale addirittura il 4% del prodotto interno lordo. Una roba mica da poco e di cui non si può non tenere conto.
Ma da cosa dipende tutto questo successo? Difficile rispondere. Ciò che è certo è che a giocare sono davvero tutti. Il 54% degli italiani, quindi quasi 30 milioni, giocano. Queste può accadere anche poche volte l’anno, anche solo per togliersi lo sfizio e la soddisfazione. Tutto questo è dato da quella speranza che un colpo di fortuna possa, in un certo senso, cambiare la vita. È questa la fotografia di un’Italia alle prese con una crisi economica, ma che vede un settore sempre più florido e in crescita. C’è qualcosa che manca? Forse la cosa più importante: una normativa chiara, precisa e dettagliata. Qualche piccolo intervento c’è stato, ma serve un qualcosa di generale. C’è la ricerca di un accordo che faccia ritrovare la quadra. È l’unico per combattere e per impedire quelle tanto temute infiltrazioni dell’illegalità. Le basi sono già state gettate. Inutile buttare tutto al vento.