Ippica, vent’anni di Varenne e futuro a un bivio fondamentale. La gestione a chi ha dimostrato di credere ancora in un possibile rilancio

Venti anni fa, il 19 maggio 1995, nasceva in provincia di Ferrara quello che molto probabilmente è stato il più grande campione di trotto di tutti i tempi, Varenne, capace di polverizzare tra il 1998 e il 2002, anno del suo ritiro, tutti i record, accumulando premi per 13 miliardi delle vecchie lire, un primato ancora imbattuto. Il “Capitano” ha esordito in pista a tre anni ed è arrivato a vincere il nastro azzurro del Derby del Trotto, la corsa più importante per un trottatore indigeno, battendo Viking Kronos, che all’epoca dominava le classiche. Nella stagione successiva (1999) ha vinto quasi tutti i gran premi del circuito dei quattro anni indigeni per poi debuttare sul palcoscenico internazionale al Gran Premio delle Nazioni di San Siro. In quell’occasione ha sconfitto la campionessa del mondo Moni Maker, concludendo l’anno da imbattuto. Ma è nella stagione 2001 che Varenne, guidato da Minnucci, ha dimostrato di essere indiscusso re del trotto mondiale, prima annientando gli avversari in tutte e tre le prove del Grande Slam del trotto europeo (Amerique, Lotteria, Elitloppet), per poi distanziare tutti anche nella corsa più importante degli Stati Uniti: la Breeders Crown. Nessun cavallo aveva mai fatto tanto. Varenne è stato il lustro e la punta di diamante di un comparto, quello dell’ippica, che oggi è in cerca di una nuova dimensione e di un rilancio per tornare agli antichi fasti. E’ con questo auspicio che lo scorso 9 maggio Varenne è stato la star dell’inaugurazione dell’ippodromo del trotto “La Maura”, in zona San Siro. “Un segnale di una ripartenza dell’ippica italiana”, come sottolineato da Giorgio Sandi, Presidente di Snai, che crede fortemente nel settore e punta al suo rilancio con iniziative come questa: l’ippodromo è stato infatti realizzato da Snai spa, proprietaria dell’area, ed è stato affidato per la gestione sportiva alla propria controllata Società Trenno. “Il Governo deve tuttavia quanto prima dare al settore la possibilità di gestire dall’interno il proprio futuro – ha proseguito Sandi -. L’auspicio è che bambini, famiglie, appassionati e scommettitori si possano riavvicinare al mondo del trotto. Aprire un ippodromo non è facile, ma credo che sia un approccio positivo. Il settore cambia, non devono cambiare i valori sani del nostro mondo, che è vivo e può tornare grande”.
A credere fortemente nel rilancio dell’ippica è l’IHRA, l’Italian Horse Racing Association, uno dei soggetti più accreditati e rappresentativi candidati alla gestione dell’ippica italiana attraverso la Lega Ippica, inserita nel decreto sui giochi previsto dalla Delega Fiscale. “La legge per la Delega Fiscale ha creato le condizioni per poter finalmente rigenerare l’ippica italiana che rappresenta oltre 50.000 famiglie e che ha costituito una vera risorsa per il Paese, oltre che un motivo di orgoglio nazionale con i grandi Campioni dell’Allevamento come Ribot, Tenerani, Tornese e in tempi più recenti il grande Varenne.  Questa occasione non deve essere sprecata” secondo l’IHRA, che per il rilancio del settore indica sei priorità. Innanzitutto la presenza paritetica dei soggetti imprenditori nella Lega e nella governance, secondariamente la costituzione di Enti Tecnici che coadiuvino nella programmazione delle attività coinvolgendo le Categorie Professionali tutte. Poi una programmazione pluriennale finalizzata alla ripresa e all’indispensabile sviluppo dell’Allevamento nazionale del cavallo da corsa, a cui deve far seguito l’affidamento pieno alla Lega della gestione delle scommesse ippiche (fonte di finanziamento indispensabile per il Montepremi delle Corse e l’intera filiera produttiva) con una completa revisione dei prelievi, del palinsesto, della competitività della proposta di gioco. Da questo punto di vista è necessario il rilancio della scommessa negli ippodromi, nelle agenzie del gioco legale e nella rete estesa attraverso una riformulazione dei prodotti offerti. Serve poi una internazionalizzazione attraverso la vendita all’estero dei diritti televisivi delle corse italiane e l’acquisto dei diritti per la raccolta delle scommesse sulle migliori corse internazionali. Infine, l’IHRA chiede idonee misure di salvaguardia finanziaria decrescenti fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati e condivisi, per poter finalmente rilanciare il settore e scoprire negli allevamenti italiani nuovi Varenne. cr/AGIMEG