Ippica, Imprenditori Ippici Italiani “Ministro Martina, è ora di scendere in campo!”

“La situazione del sistema ippico è ogni giorno più precaria e mai si era arrivati, al di là di una crescente restrizione delle risorse, così vicini al blocco totale. Mai prima di adesso – si legge in una nota degli Imprenditori Ippici Italiani del galoppo e del trotto – si era registrata una combinazione di elementi di crisi che minacciassero seriamente di paralizzare definitivamente il sistema. Il rischio, a nostro avviso malamente comunicato e facilmente superabile, dello stop di 45 giorni a partire dal 16 novembre per un pasticcio di “contabilità pubblica” viene oggi affiancato dalla rottura tra il Mipaaf e le Società di Corse all’alba di una tipologia di Convenzione che a dire il vero sembrava interessante per gli obiettivi che si poneva (distinzione degli Ippodromi in 4 fasce) ma che, evidentemente, non è stata impostata né con la dovuta accuratezza dei dettagli né con un intelligente e costruttivo confronto con gli interessati. Niente di nuovo, quindi, il solito ministero pasticcione che, anche quando vuol far bene, il che già accade raramente, non riesce ad essere efficiente ed a coinvolgere gli stakeholder. Male, molto male, un sistema non si governa con minacce, strappi e tagli imposti malamente. Soprattutto, leggendo bene il documento redatto dal Mipaaf per le nuove Convenzioni, troviamo agghiacciante quanto riportato nella Premessa: “Pur nel mutato assetto della governance del comparto attuato con il trasferimento al Ministero delle competenze in materia, le risorse messe a disposizione del settore continuano ad essere direttamente connesse alle entrate da scommesse ippiche, sui cui volumi è parametrato lo stanziamento del capitolo del bilancio Mipaaf destinato al finanziamento del montepremi.” È agghiacciante perché, per la prima volta, questi ci dicono che le risorse a disposizione calano e caleranno per colpa di quelle scommesse a cui loro non hanno mai dedicato 5 minuti. Ci dicono che dipendiamo dal gioco dopo avercelo sottratto, ripudiato, distrutto, boicottato e soprattutto mai promosso e mai protetto. In poche parole, sembra proprio una scusa per dirci che se le risorse calano la colpa è nostra perché raccogliamo meno scommesse. Eppure ricordiamo bene che, nonostante se ne parli insistentemente da anni, nessun progetto di ristrutturazione delle scommesse è stato mai presentato dalle amministrazioni pubbliche che si sarebbero dovute occupare di ippica. Non si comprende, quindi, perché il settore dovrebbe subire ulteriori tagli non dipendenti da responsabilità proprie. Oltretutto il Mipaaf, che non si è mai dimostrato quel “Buon Padre di Famiglia” che dovrebbe essere, non si è mai attivato per reperire ulteriori risorse per il settore, ma si è solo limitato a gestire (malamente) quelle inserite nel Bilancio dello Stato e si è completamente disinteressato al recupero dell’IVA proveniente da quell’enorme, assurdo, costo dell’attività televisiva. Non sono bruscolini, si parla di oltre 3 milioni all’anno. Sarebbe ora che il Ministro Martina, fresco fresco del successo di quella lodevole iniziativa chiamata EXPO, dedicasse del tempo per seguire le annose faccende dell’ippica ed essere chiaro una volta per tutte: questa Ippica la volete gestire per farci vivere o per lasciarci morire?”. lp/AGIMEG