Ippica: Giuseppe Castiglione (sottosegr. Ministero Politiche Agricole) “Basta assistenzialismo, più imprenditoria. Allo studio soluzione per anticipare di un anno i pagamenti”

Sono temi importanti quelli trattati, in una esclusiva intervista rilasciata ad Agimeg, da Giuseppe Castiglione, Sottosegretario del Ministero delle Politiche Agricole con delega all’ippica. Dallo stato dell’arte, all’annoso problema dei pagamenti, passando per il progetto di restyling e rilancio del settore, ecco come vede il settore dell’ippica Giuseppe Castiglione.
Cosa pensa dell’attuale situazione dell’ippica in Italia?
L’ippica è un settore ricco di storia e di tradizione per il nostro Paese. Negli ultimi anni ha sofferto la combinazione tra la crisi economica, l’entrata in scena di nuove tipologie di scommesse e una forte riduzione dei fondi pubblici. Oggi siamo in un contesto differente, ma è necessario un cambiamento di mentalità e un approccio diverso ai problemi del settore. Non siamo più negli anni di Varenne e delle sue vittorie che entusiasmavano il pubblico negli ippodromi mantenendo alta l’attenzione. Ora serve un lavoro di squadra ed è necessario dare risposte concrete in tempi rapidi.

C’è un tavolo di confronto con le varie categorie?
Con le Associazioni degli ippodromi c’è un programma di incontri per definire gli obiettivi del 2014. Siamo al lavoro sui pagamenti innanzitutto. Abbiamo saldato i debiti dei primi nove mesi del 2012 e stiamo studiando una soluzione che ci consenta di anticipare di un anno il saldo pianificato per il 2015 utilizzando i residui attivi e i crediti d’Iva, che chiederemo al Ministero dell’Economia e delle Finanze. C’è un confronto aperto con il Ministero dell’Economia per la dotazione finanziaria del 2014 e per assicurare una migliore programmazione agonistica che consenta anche un’opportunità di redditività sociale. Dobbiamo dare risposte serie alle migliaia di lavoratori del comparto.

Quali sono i prossimi passi per cercare di sbloccare la crisi del settore e quali i progetti più a lungo termine?

Il sistema ippico può essere innovato al meglio soltanto attraverso un processo di rilancio delle attività imprenditoriali e di una nuova mentalità di mercato. In nessun settore c’è più spazio per l’assistenzialismo. Bisogna puntare a un riequilibrio tra i costi sostenuti e i ricavi che il comparto è in grado di generare. Nello stesso tempo dobbiamo concentrarci su una puntuale riforma del settore per la quale sono stati già predisposti alcuni piani di intervento. C’è sicuramente molto da fare anche con l’aiuto di tutte le associazioni di categoria per ridare finalmente all’ippica una vera occasione di rilancio.

In Francia e Inghilterra l’ippica gode di migliore salute, cosa potrebbe importare l’Italia da questi contesti?
Dobbiamo lavorare sull’immagine e sullo spettacolo che c’è attorno alla competizione ippica. In altri Paesi la corsa è un momento mondano, caratterizzato non solo dall’azione sportiva in sé, ma da un contesto di intrattenimento ben organizzato. In Italia c’è tanto da fare su questo fronte per portare di nuovo le famiglie negli ippodromi, che devono diventare luoghi dove conoscere il cavallo a 360°.

Ha intenzione di discutere con il Mef il rilancio delle scommesse ippiche o pensa ad un finanziamento da altri giochi?
Stiamo lavorando con il Mef ad una proposta di regolamento delle scommesse e su un restyling del sistema. Vorremmo armonizzarlo con quello degli altri Paesi anche per un avvio dell’auspicata accettazione delle scommesse “a massa comune”. A mio avviso questa è senz’altro una buona base di confronto. cz/AGIMEG