Chiacchio (AGSI): “La legge regionale sul gioco della Campania tra le migliori d’Italia. Adesso c’è bisogno della riforma nazionale dell’intero comparto”

“Il settore del gioco è stato indubbiamente bistrattato. Siamo stati i primi a chiudere e tra gli ultimi a riaprire. Durante il periodo del lockdown abbiamo organizzato un paio di manifestazioni per cercare un confronto con il governo a cui chiedevamo due cose basilari: la riapertura delle attività nel totale rispetto delle misure sicurezza e aprire un tavolo di confronto con il governo in cui chiedere una riforma per l’intero settore dei giochi, poiché il comparto è penalizzato da imposte altissime dovute al fatto che quando c’è necessità di trovare risorse vengono continuamente aumentati i prelievi fiscali su tali aziende avendo la conseguenza di ridurre costantemente i ricavi. Il gioco è un settore legale ed è legittimato dallo Stato italiano.” E’ quanto ha affermato in un’intervista all’importante trasmissione televisiva campana “VG21 News” il presidente dell’Associazione Gestori Scommesse Italia e candidato alle prossime regionali con Italia Viva nel collegio Napoli e provincia, Pasquale Chiacchio. “La Legge regionale sul settore dei giochi è un grande risultato, poiché fino a prima ogni comune poteva legiferare in totale autonomia creando grande confusione. Quindi – continua Chiacchio -, sono molto soddisfatto che si è portata a compimento questa legge nella Regione Campania che è ritenuta una delle migliori d’Italia e che tiene conto del tema della ludopatia e a questo proposito è stato istituito un Osservatorio apposito. Recentemente la nostra associazione – AGSI – è stata ricevuta dal Ministro Teresa Bellanova perché per il settore dell’ippica sono decenni che si parla di una riforma ma che, purtroppo, non è mai stata portata a compimento. Noi ci siamo fatti promotori di alcune proposte per poter migliorare la situazione, poiché è un settore che dà lavoro a migliaia di persone. Credo che in primis sia necessaria una riduzione dei prelievi fiscali. Lo Stato non può pensare di fare cassa a danno delle imprese”. ac/AGIMEG