“La maggioranza delle società di corse titolari della gestione degli ippodromi italiani comunicano che a partire dal 18 aprile nei suddetti ippodromi cesserà l’attività ippica”. Inizia così una nota congiunta di Ani, Coordinamento ippodromi, Federippodromi e Uni all’indomani di una riunione delle associazioni, che accusano il Mipaaf di essere “l’esclusivo responsabile della chiusura di tali impianti e del blocco delle corse, circostanza storica mai verificata prima d’ora. Le società di corse da mesi evidenziano con forza che ulteriori riduzioni dei corrispettivi loro spettanti per i servizi resi avrebbero reso impossibile la continuità aziendale. Il Mipaaf, con l’intento di sottrarsi al confronto e procedere a ingiustificati tagli delle risorse, vuole imporre alle società di accettare spettanze insufficienti con modalità e tempi di pagamento inaccettabili”. Le associazioni accusano i vertici del ministero di “sottrarsi al confronto” e di “procedere con atti unilaterali e illegittimi che intendono abusare della posizione dominante e della dipendenza economica delle società di corse. Il Mipaaf sta decretanto la fine dell’ippica italiana provocando gravissime conseguenze a migliaia di famiglie che operano nel settore e sta mettendo a rischio l’esistenza del patrimonio equino nazionale”. Per il direttore generale dell’ippodromo di Capannelle, Elio Pautasso, presidente di Federippodromi, “siamo stati costretti a prendere questa posizione a causa dei mutevoli e contraddittori provvedimenti posti in essere dal Ministero che appaiono finalizzati ad esclusive ragioni di bilancio e sono ben lontani dai fini istituzionali che dovrebbero caratterizzare l’operato del Dicastero tutore. Secondo le recenti disposizioni (Decreto 24307 del 25 marzo) il Ministero non può effettuare pagamenti alla società di corse almeno fino al mese di ottobre 2016. Il che vuol dire per noi nessun introito a fronte di spettanze di servizi regolamentati da una convenzione che è per altro scaduta il 31 dicembre 2015”. dar/AGIMEG