Gratta e Vinci: a Vallo della Lucania si chiedono rimborsi per i tagliandi perdenti ma si incassano quelli vincenti. Sentenza che mette a rischio il sistema del gioco legale

“Rimborsateci i biglietti perdenti, quelli vincenti invece li incassiamo”. Questo in sintesi quanto è accaduto ad un appassionato del Gratta e Vinci che ha fatto causa alle Lotterie Nazionali per aver comprato, secondo quanto da lui dichiarato, 255 tagliandi senza mai incassare un soldo. Il giudice di pace di Vallo della Lucania nel salernitano, gli ha dato ragione perchè secondo lui i biglietti non riportavano, come previsto dal decreto Balduzzi, né le probabilità di vincita né le avvertenze sul rischio della dipendenza dal gioco. Pertanto i contratti di acquisto, ha stabilito il giudice, possono essere ritenuti nulli. Si tratta però di una sentenza piena di omissioni, ombre ed imprecisioni. Secondo quanto appreso da Agimeg, le stesse partite dei biglietti oggetto del contenzioso hanno distribuito diverse vincite proprio nella zona interessata. Appare quindi quantomeno strano che dei biglietti vincenti non ci sia traccia nella denuncia, mentre siano stati segnalati solo quelli perdenti. Il giudice avrebbe quindi fatto meglio ad accertare l’andamento del gioco nel suo complesso. Inoltre il Gratta & Vinci è una sorta di “tagliando al portatore” quindi non nominativo e si possono tranquillamente raccogliere da amici, parenti e nei cestini di qualsiasi ricevitoria dove vengono gettati. Insomma attribuire ad una specifica persona l’acquisto di tagliandi è di fatto impossibile. Le probabilità di vincita sono sempre state disponibili nei punti vendita e sul sito dei monopoli di Stato, come accade per tutti i concorsi praticati sotto l’egida statale. Da qualche tempo inoltre sugli stessi Gratta & Vinci sono riportate le probabilità di vincita per le varie categorie di premio. Quindi, secondo il giudice, chiunque abbia in mano una cartella del bingo perdente od un tagliando della Lotteria Italia che non ha vinto premi, potrebbe chiedere il rimborso. Una situazione paradossale, dove viene dimenticato che quella del gioco è una attività industriale come tutte le altre, però molto più controllata e soggetta a restrizioni di tanti altri settori, con regole di trasparenza e gestione che in altri ambiti avrebbero dato vita a scioperi e proteste di piazza. Anche l’Amministrazione delle Dogane e dei Monopoli è intervenuta sull’argomento con una nota: ““Alcuni quotidiani hanno ieri commentato positivamente la sentenza di un giudice di pace, che peraltro fa seguito ad altre di segno contrario, con cui la società Lotterie Nazionali è stata condannata a pagare l’equivalente di un certo numero di tagliandi perdenti del gioco del gratta e vinci presentati al giudice dal soggetto che ne era al momento in possesso: i tagliandi non avrebbero riportato le avvertenze sul gioco responsabile e l’indicazione delle probabilità di vincita. Da qui il diritto al rimborso e la previsione di un effetto ‘imitazione’”, si legge in una nota dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. “Al riguardo l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli precisa quanto segue. 1. Le informazioni sulle probabilità di vincita sono sempre state consultabili sulla base di quanto previsto dalle normative di riferimento, tenuto conto anche delle dimensioni dei tagliandi e dei diversi tipi di informazioni e avvertenze che gli stessi sono obbligati a riportare (non solo quelle sulle probabilità ma anche quelle di natura sanitaria e preventiva). Le informazioni sono da anni accessibili presso tutti i punti vendita, obbligati a tenere a disposizione dei giocatori tutti i regolamenti dei giochi commercializzati. Da tempo, sono inoltre dettagliatamente disponibili sui siti dell’Amministrazione dei Monopoli e del concessionario, cui i tagliandi “gratta e vinci” rinviano, secondo le disposizioni della legge Balduzzi. Da circa un anno, infine, per agevolarne la consultazione, sia pure in forma sintetica per ragioni di spazio, le stesse informazioni vengono riportate anche direttamente sui tagliandi”, prosegue la nota. “2. Quanto alle probabilità effettive di vincita, queste non sono affatto remote ma cambiano ovviamente in ragione dell’ammontare dei premi. Per i premi più piccoli sono elevatissime, pari ad almeno una vincita ogni tre o quattro tagliandi. Nella media complessiva il gioco del gratta e vinci restituisce ai giocatori circa il 75% di quello che hanno impegnato. Ciò non significa ovviamente che vincite e perdite sono equidistribuite, poiché se così fosse il gioco non sarebbe aleatorio e, inoltre, sarebbe sempre e sicuramente perdente nella misura del 25% della somma impiegata negli acquisti. 3. Il fatto di poter raccogliere in un certo arco di tempo un notevole numero di tagliandi perdenti è alla portata di tutti. Basta giocare molto, accantonare i biglietti perdenti e riscuotere quelli vincenti (come ci risulta essere successo in alcuni casi). I biglietti si possono anche raccogliere per strada o reperire con ancora maggiore facilità nei cestini in prossimità dei punti vendita, poiché il comportamento normale dei giocatori è quello di disfarsene e non di accantonarli in vista di possibili futuri contenziosi. L’Amministrazione, che è in prima linea nell’imporre la massima tutela dei soggetti vulnerabili nell’ambito del circuito legale, contrasterà con tutti i mezzi a sua disposizione i comportamenti opportunistici che quella tutela tendono a strumentalizzare”, conclude così la nota. lp/AGIMEG