Razzante (pres. Aira) “In Italia leggi severissime sulle autorizzazioni alle concessionarie di gioco. Il problema sono le legislazioni estere”

“In Italia ci sono leggi severissime sulle autorizzazioni alle concessionarie. Sono tra le più controllate per quanto riguarda i soggetti coinvolti, le partecipazioni societarie. I Monopoli di Stato, inoltre, erogano provvedimenti sanzionatori ogni qual volta emergono violazioni delle norme. Il problema sono le legislazioni estere”. A dichiararlo l’avv. Ranieri Razzante, Presidente di Aira, in un’intervista pubblicata lo scorso venerdì su “La voce sociale”, quotidiano “on line” edito dalla so. Coop. “Comunica”. Razzante ha anche sottolineato che “il fenomeno del gioco compulsivo è un problema che esiste e va affrontato con la strutture competenti. Ovviamente ai bambini, e più in generale ai minori, non va consentito di giocare in ogni caso. I siti e le applicazioni per cellulare che si rivolgono a bambini vanno oscurati e mi auguro che l’Amministrazione dei Monopoli di Stato intervenga tempestivamente attraverso la polizia postale. Evitiamo, però, di criminalizzare il gioco d’azzardo in quanto tale”. Dire che il gioco d’azzardo è illegale è infatti un errore: “se illegale si riferisce al grado di penetrazione della criminalità organizzata nei siti di gioco on-line – ha continuato Razzante – le rispondo, avendo curato, nella precedente legislatura, un dossier per la Commissione parlamentare antimafia, che la criminalità nel settore dei giochi online prospera e quindi ci possono essere dei rischi. Ma questo non significa che bisogna trascinare in un vortice l’intera industria del gioco che, tra settore principale e indotto, dà lavoro a qualche centinaio di migliaia di persone ed alle loro famiglie. Il vero problema è un altro. In Italia ci sono norme severissime sulle autorizzazioni alle concessionarie. Le posso garantire che sono tra le più controllate per quanto riguarda i soggetti coinvolti, le partecipazioni societarie. I Monopoli di Stato, inoltre, erogano provvedimenti sanzionatori ogni qual volta emergono violazioni delle norme. Il problema sono le legislazioni estere. Le faccio l’esempio di un sito la cui piattaforma di gioco si trova in Gabon o in un Paese dell’Est europeo. L’Amministrazione dei Monopoli di Stato può oscurare i siti per l’Italia, attraverso l’impiego degli uomini e delle donne della Polizia Postale, ma ha alcuna possibilità giuridica di entrare nella politica di gioco delle altre nazioni. Perciò se davvero si vuole affrontare la questione una volta per tutte, bisogna lavorare per colmare il vuoto normativo generato da questa mancata armonizzazione di norme. È ovvio che la criminalità si inserisce nella fase a valle: dal gestore al tabaccaio di turno, all’esercente che viene minacciato per truccare le macchinette presenti nel suo locale. Ma questo – ha concluso Razzante – è un altro problema di cui devono farsi carico le forze dell’ordine e i giudici”. lp/AGIMEG