Angelozzi (Ad Gamenet): “In Italia è ora di consolidare, 2-3 dossier su possibili nuove acquisizioni. Nessun interesse su Cirsa”

Due-tre dossier aperti sul tavolo e massima attenzione alle occasioni di acquisizione: Gamenet, società dei giochi approdata a dicembre in Borsa, “è pronta a fare da piattaforma in grado di aggregare” in un mercato per cui è scattata l’ora del consolidamento. A fare il punto, a cinque mesi dalla quotazione a Piazza Affari e all’indomani della trimestrale, è l’amministratore delegato Guglielmo Angelozzi. “I numeri della trimestrale – afferma in un’intervista a Radiocor – dimostrano che l’azienda è sulla traiettoria giusta, sulla via cioè di una crescita organica”. Il settore del gioco in Italia, spiega il manager, “è frammentato e inefficiente. Senza considerare l’on line (con cui si arriverebbe a 200 operatori), il mercato dovrebbe passare dalle decine di attuali operatori a un numero limitato di grandi player diversificati. In UK, con la stessa popolazione, il mercato è molto piu’ consolidato”.
Le condizioni per far partire una nuova fase di concentrazione, secondo Angelozzi, ci sono tutte. Intanto, spiega l’amministratore delegato, oggi in Italia ci sono livelli di pressione fiscale che non hanno uguali nel mondo tanto che e’ difficile immaginare che salgano ancora. Qualche anno fa, invece, c’era ancora incertezza su possibili incrementi della pressione fiscale. Inoltre la domanda e’ sostanzialmente stabile negli ultimi 4-5 anni e questa e’ un altro elemento che spinge a effettuare aggregazioni efficienti. In piu’, per come sono strutturate le aziende del gioco, non ci sono timori di ripercussioni sull’occupazione che dovrebbe tenere anche in caso di concentrazione. “La razionalizzazione – spiega – non comporta problemi occupazionali”. Gamenet, dunque, monitora attentamente il mercato. “Non ci interessa fare acquisizioni solo per accrescere le dimensioni”. Ci devono essere alcune condizioni, ovvero dare un valore aggiunto al portafoglio, “attuare sinergie di costo molto chiare” e “costituire un plus a livello di prodotto oppure di carrello”. Inoltre l’acquisione dev’essere “al giusto prezzo”, creando vantaggio per gli azionisti. Gamenet, controllata al 45% dal fondo di private equity Trilantic capital partners, ha concluso nel 2016 un’operazione di integrazione con Intralot. Al momento, precisa Angelozzi, non c’e’ invece interesse per gli asset italiani di Cirsa, come avevano rilevato alcune indiscrezioni di stampa. Riguardo ai conti, chiuso il primo trimestre con un utile in crescita a 1,6 milioni di euro, “abbiamo iniziato l’anno bene, abbiamo ancora tanti progetti che non hanno ancora dato tutto il loro contributo. La partenza del 2018 ci rasserena”. Quanto infine al valore del titolo (il prezzo di collocamento era 7,5 euro, oggi in Borsa e’ attorno a 8,6 euro in un contesto di mercato negativo e perde il 2 per cento circa) “certamente, se si guarda al moltiplicatore implicito, ci sono spazi di miglioramento, fino intorno agli 11 euro secondo anche le stime degli analisti”, conclude Angelozzi. lp/AGIMEG