Poker, Osservatorio Politecnico Milano: “Liquidità condivisa primo passo verso un mercato comunitario del gioco online”

Attesa entro giugno, è arrivata con qualche giorno di ritardo: è stata posta la firma per l’avvio della liquidità condivisa per il Poker online. A sottoscrivere l’accordo sono state Italia, Spagna, Francia e Portogallo. La firma è avvenuta a Roma, dettaglio importante in quanto proprio l’autorità italiana è stata tra i principali promotori dell’iniziativa.
Ma che cos’è realmente la liquidità condivisa? “Precisamente – commentano Samuele Fraternali e Marco Planzi, Direttori Osservatorio Gioco Online del Politecnico di Milano – si intende la possibilità di poter unire giocatori di nazioni diverse su un’unica piattaforma di gioco. Al momento un giocatore italiano è autorizzato a giocare a Poker esclusivamente sui siti dei concessionari di gioco italiani; con la liquidità condivisa invece il giocatore italiano potrà sfidare su una piattaforma “.eu” utenti spagnoli, francesi e portoghesi. Una novità che porterà senz’altro un impulso positivo all’ecosistema del Poker, in difficoltà dopo l’effetto moda del triennio 2008-2011 e rinvigorito solo ultimamente grazie all’introduzione dei tornei a montepremi variabile. Aprire alla liquidità condivisa, infatti, significa aumentare il numero di utenti presenti sulla piattaforma e di riflesso il capitale circolante, con il probabile effetto di aumentare il numero di tavoli di gioco e di tornei, nonché il valore totale dei montepremi in palio. L’effetto dell’accordo non è però immediato, ci vorranno almeno 6 mesi prima che la liquidità condivisa diventi realtà. Nel frattempo le autorità firmatarie dovranno lavorare alla definizione di standard comuni e alla risoluzione degli aspetti tecnici/amministrativi per far sì che la liquidità condivisa sia una reale opportunità di estensione del mercato per tutti i concessionari di gioco e per garantire una corretta fruizione delle piattaforme.
La questione cruciale per l’applicazione della liquidità condivisa riguarda lo schema tassativo. I singoli Paesi, infatti, hanno una struttura normativa con proprie aliquote fiscali. E di conseguenza un impatto differente sui costi, e quindi sui margini, dei concessionari di gioco. Con l’accordo sottoscritto, le diverse tassazioni inerenti al Poker rimarranno effettive generando alla base un problema di gestione delle vincite (payout) e delle commissioni (rake) per i giocatori. Al fine di garantire equità nella redistribuzione dei margini degli operatori di gioco, concessionari e autorità stanno lavorando a un sistema per gestire efficacemente la rake. Una soluzione individuata è quella dell’applicazione di una rake differente a seconda della nazionalità del giocatore. In questo modo l’effetto della differente imposizione fiscale per i concessionari di gioco verrebbe annullato e al giocatore verrebbe garantita la stessa commissione applicata nei confini nazionali. La soluzione potrebbe però essere temporanea, in quanto l’obiettivo reale è un’armonizzazione dello schema tassativo a livello comunitario. Tecnicismi a parte, l’intesa è un avvenimento importante per il settore del gioco online: è il primo passo verso un mercato comunitario. Nel prossimo futuro l’accordo potrebbe essere esteso ad altri stati membri e/o potrebbe essere allargato ad altre tipologie di gioco P2P (ad esempio il Betting Exchange) o in cui è previsto un jackpot (ad esempio Casinò Games e Bingo), così come avvenuto in passato per il SuperEnalotto”. lp/AGIMEG