Harvard Medical School: “Il poker online non incentiva dipendenza patologica”

Il poker online non incentiva il gioco patologico. E’ una delle conclusioni dell’Harvard Medical School – divisione dipendenze – che ha recentemente completato uno degli studi più vasti mai compiuti, sul gioco online. Lo studio – basato su dati anonimi raccolti dai database di PokerStars e Bwin – ha analizzato le azioni di gioco di numerosi giocatori di poker, casinò online e scommettitori sportivi e ha dimostrato che solo una minima percentuale ha mostrato “comportamenti di gioco eccessivo”,  addirittura in linea con i dati sulle dipendenze di 35 anni fa. La ricerca ha esaminato le azioni di gioco di 4.000 giocatori di casinò online e 40.000 scommettitori sportivi (dal database di Bwin) nell’arco di due anni e ha scoperto che i giocatori del casinò online – in media – lo fanno una volta ogni due settimane e perdono circa il 5,5% del proprio bankroll ogni volta che giocano. Gli scommettitori sportivi spendono invece circa 5,50 dollari ogni quattro giorni. La ricerca di Harvard è stata integrata da uno studio condotto dall’Università di Amburgo, durato sei mesi, che ha analizzato le abitudini di gioco di oltre due milioni di giocatori di poker su PokerStars. Il giocatore medio si collega online per circa 4,88 ore a settimana e ha pagato meno di un dollaro all’ora per tavolo in rake o per le tasse di iscrizione al torneo. Lo studio conferma anche quanto dissero già nel 2011 due ex dipendenti della divisione dipendenze – Howard Shaffer e Ryan Martin – che affermarono come, contrariamente alle previsioni, nonostante l’incremento delle opportunità di gioco, la percentuale di giocatori patologici sia rimasta stabile negli ultimi 35 anni. Shaffer aveva anche aggiunto che ovviamente si verificano degli aumenti temporanei di attività e nella frequenza di gioco, in occasione dell’introduzione di nuovi strumenti  (ad esempio le mobile apps per il poker online), ma l’interesse scema quando la novità svanisce e la maggior parte dei giocatori torna alle proprie abitudini in un breve lasso di tempo.  rg/AGIMEG