Giovanni Carboni: “Gli italiani giocano poco online. Da correggere l’analisi del Politecnico”

“Ho grande stima del Politecnico e anche affetto, visto che sono uno dei primi alunni del MIP, ma il dato relativo al mercato del gambling UK presentato nel convegno sul Gioco Online dell’11 aprile scorso ed il confronto con il mercato italiano rendono indispensabile una più accurata interpretazione. Secondo la ricerca – ha dichiarato Giovanni Carboni, titolare della Carboni & Partners – il GGR del mercato Italia, cioè la raccolta meno le vincite, è di poco inferiore a quello del mercato UK. Secondo me invece gli inglesi giocano online quasi 3 volte di più degli italiani. Secondo la relazione “Industry statistics” della UK Gambling Commission il GGR dei giochi online nel periodo aprile 2011 – marzo 2012, escluse le lotterie su licenza della Commission e la National Lottery, che non è su licenza della Commission, è pari a 717 milioni di sterline, cioè 840 milioni di euro. Forse è questo il dato che è stato usato dal Politecnico. Ma, a parte il fatto che la National Lottery e le altre lottery vendono molto online, a differenza delle lotterie italiane, il punto chiave è che il gioco trasfrontaliero in UK è legale! Ed ha una quota di mercato molto maggiore di quella del gioco trasfrontaliero in Italia, dove è illegale. L’analisi relativa ai licenziatari della Gambling Commission mostra che solo per il betting esiste effettivamente un mercato servito con licenza UK, mentre i dati del bingo e dei casino games, incluso poker, sono risibili: essendo legale usare una licenza che non è tassata, è assai infrequente l’uso di licenze UK, che sono tassate. Infatti nella stessa relazione della Gambling Commission la “UK consumer remote industry”, cioè il mercato totale della domanda, è valutato pari a 2.040 milioni di sterline di GGR, cioè 2.390 milioni di euro. È presumibile che qualche aumento nel 2012 rispetto al 2011 ci sia stato, visto che l’incremento era stato 8% l’anno prima. Inoltre il dato dei 2.390 milioni di euro deve essere corretto per tener conto della quota della National Lottery e delle altre lottery online. In conclusione, siamo ben oltre 2,5 miliardi di euro. Il dato 2012 italiano omogeneo da confrontare con quello UK deve includere anche l’illegale e pertanto i 749 milioni di euro del mercato legale devono essere alzati a 1.050 milioni di euro. Quindi – conclude Carboni – forse gli inglesi non giocano online 3 volte più di noi italiani, ma poco ci manca. Insomma in Italia non si gioca molto online. Si gioca poco online. Tenuto conto che il gioco è nominativo, esclude i minori ed è sottoposto a controllo totale dello Stato, chi ha a cuore la tutela del giocatore deve proteggere il gioco online legale. Mi rivolgo a coloro che da oltre un anno attaccano anche il gioco online senza distinguere tra legale e illegale. Devono studiare meglio il settore perché lo conoscono male e affrontano l’argomento con colpevole approssimazione. Si assumono la responsabilità di provocare risultati controproducenti per i loro stessi obiettivi di contrasto al gioco problematico”. rg/AGIMEG