Gioco online: nove anni fa la prima “black-list” dei siti oscurati

Sono passati già nove anni da quando i Monopoli di Stato emisero i primi decreti di oscuramento per i siti di gioco non autorizzati alla raccolta in Italia. La prevedeva l’articolo 1 della Legge Finanziaria 2006, con l’obiettivo di contrastare le truffe online connesse al gioco d’azzardo. L’ora X scattò alla mezzanotte di venerdì 24 febbraio del 2006, quando vennero oscurati oltre 500 siti di giochi e scommesse dichiarati illegali. Un anno dopo erano già 640, la il numero era destinato a crescere di mese in mese, fino a arrivare ai 5.185 domini iscritti ne bollettino pubblicato il 19 febbraio scorso dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Sebbene di fatto l’oscuramente sia facilmente aggirabile, ha – come hanno riconosciuto gli stessi vertici dell’Agenzia – un forte valore educativo: i giocatori in questo modo vengono avvisati che stanno cercando di accedere a un sito illegale, e quindi che stanno commettendo un illecito. Una strategia che ha dato i suoi frutti: nel 2005 – prima che i siti venissero oscurati – la raccolta del gioco online era ferma sui 305 milioni di euro per passare già nel 2007 a quota 884 milioni (+190% rispetto al 2005, quindi). La soglia del miliardo di euro di raccolta venne superata già nel 2008: da quel momento in poi il mercato ha registrato grandi performance anche grazie al lancio di nuovi prodotti di gioco (adesso il portfolio è sostanzialmente completo e comprende prodotti come poker cash e torneo, casino games, bingo, scommesse, betting exchange).Nel 2014 il gioco ha chiuso con una raccolta di 12,3 miliardi, risentendo del calo che ha riguardato – ad eccezioni di scommesse e Lotto – l’intero settore del gioco pubblico, con le sole.  lp/AGIMEG