Gioco online: dall’Olanda alla Russia, i paesi che hanno seguito l’esempio dell’Italia con la black list dei siti illegali

L’Italia è stata la prima a adottare una black list per bloccare i siti di gioco non autorizzati, ma la misura poi è piaciuta anche a molti altri paesi. L’ultima in ordine di tempo è quella dell’Ungheria, arrivata solo la scorsa estate, comprende alcune decine di domini. Quella della Bulgaria è invece arrivata nel 2013, e attualmente comprende oltre 300 domini. Più corta la lista in Belgio, circa un centinaio di domini, l’ente regolatore però può comminare sanzioni fino a 100mila euro agli operatori che – una volta iscritti – raccolgono gioco senza autorizzazione. Inoltre la commissione ha recentemente proposto di varare una seconda lista, per bloccare  le app e i social games per il mobile, sostenendo che – sebbene allontanino degli utenti dai normali siti di gioco – incentivino invece i minori. In aggiunta, l’ente regolatore ha proposto di concludere un accordo con gli operatori del settore perché le app vengano dotate di strumenti per verificare l’età del giocatore, e quindi prevenire il gioco minorile. I Paesi Bassi non puntano solo a scoraggiare i clienti dall’accedere ai siti vietati: l’ente regolatore ha infatti siglato una serie di accordi con le compagnie che gestiscono carte di credito o che effettuano money transfer per bloccare gli accrediti di denaro alle compagnie inserite in black list. In Lettonia i siti di gioco oscurati sono un centinaio, la black list più lunga – Italia esclusa – sembra essere quella della Russia, circa 4.000 domini. lp/AGIMEG