Clément Martin Saint-Léon (Head of Markets Arjel): “L’ltalia sbaglia a proibire la pubblicità e vedrà aumentare l’illegalità. Meglio regolamentarla in modo stringente come facciamo noi”

dai nostri inviati a Barcellona – Il decreto anti pubblicità sul gioco varato dal Governo italiano non ha eguali nei principali paesi che, anzi, nella pubblicità regolamentata vedono un importante strumento di lotta al gioco illegale. E” il caso della Francia come spiega ad Agimeg Clément Martin Saint-Léon dell’Arjel, l’ente regolatore statale del gioco in Francia come per noi i Monopoli di Stato.

Ieri il governo italiano ha presentato una legge che vieta completamente la pubblicità del gioco su giornali, tv, radio, web. Lei crede che il proibizionismo sia il modo corretto per affrontare i problemi legati al gambling?

“Instaurando il proibizionismo si sviluppa l’offerta illegale quindi la questione è di bilanciare un’offerta che non sia problematica sui temi del gioco responsabile con l’offerta illegale che viene a crearsi quando si impongono troppe restrizioni al mercato legale. In Italia le scommesse sportive e i casinò online sono autorizzati da diversi anni, è stato ridotto il mercato illegale e gli operatori possono fare pubblicità: se si impongono loro delle restrizioni ci sarà sicuramente più offerta illegale. In Francia il nostro obiettivo primario è proteggere i giocatori, ma il modo migliore per proteggerli è fare proibizionismo o proporre un’offerta legale con delle regole? La questione è questa. In Francia, per molte ragioni, preferiamo permettere ai giocatori di effettuare, ad esempio, scommesse sportive ma con delle restrizioni (divieto ai minori, strumenti di autoesclusione, ecc). Insomma, pur nel rispetto della sovranità italiana in materia, non crediamo che proibire la pubblicità sia lo strumento migliore per combattere il problema di chi esagera con il gioco”.

Anche voi in Francia avete la pubblicità sul gioco…

“Sì, abbiamo la pubblicità ma è controllata attraverso regole molto stringenti: ad esempio non puoi dire al giocatore che ‘il gioco ti cambierà la vita’ o cose del genere. È arrivata una comunicazione da parte della Commissione Europea sulla pubblicità sul gioco e la legge francese l’ha recepita. La Commissione Europea ha stabilito che nella pubblicità del gambling non possono essere utilizzati personaggi molto famosi per i minori (ad esempio personaggi dei cartoni animati o simili). In Francia poi, su ogni media, deve esserci un messaggio di prevenzione con un numero di telefono che i giocatori possono contattare in caso di problemi legati al gioco. Abbiamo anche restrizioni sull’autoregolamentazione della pubblicità sulla carta stampata e in televisione”.

Parlando poi dei vari tipi di pubblicità, Clément Martin Saint-Léon ha spiegato che “ci sono due tipi di pubblicità: c’è la pubblicità che viene pagata ai media e la sponsorizzazione delle squadre sportive, che fa parte del finanziamento dello sport. La sponsorizzazione di questo  tipo da noi non è importante quanto quella che avviene nel Regno Unito, in cui quasi tutti i club hanno un operatore tra i suoi sponsor. In Francia abbiamo Winamax, Unibet, PMU, Française des Jeux che sponsorizzano alcuni club”. es/AGIMEG