Bulgaria, l’ente regolatore difende la black list, Aumenta richieste di licenza. Ma è polemica sull’iter per ottenere il titolo

Bulgaria, l’ente regolatore dei giochi difende la propria decisione di estendere la black list dei siti inibiti, affermando che il provvedimento ha avuto come conseguenza diretta quella di far aumentare le richieste di licenze. La prima versione della lista è stata pubblicata l’11 giugno, e riguardava 22 siti che operavano direttamente in Bulgaria. La nuova versione ha visto la luce nei giorni scorsi, i siti inclusi sono diventati 50 e alcuni, come ha ammesso lo stesso Ivan Enicherov, direttore dell’ente regolatore, non attraggono in maniera diretta giocatori bulgari, ma sono semplicemente stati ripresi dalle black list di altri paesi comunitari. Una mossa che non è piaciuta all’associazione bulgara che riunisce gli operatori dei giochi, secondo cui attualmente si è prodotto un vuoto normativo che ha prodotto una “situazione paradossale”. La Bulgaria ha infatti adottato la normativa sul gioco online l’anno scorso, ma ancora non ha varato i regolamenti d’attuazione che avrebbero dovuto chiarire una serie di aspetti, come quello dell’iter per ottenere le licenze. “Prima di adottare provvedimenti restrittivi e misure di controllo” commenta l’associazione, “l’ente regolatore avrebbe dovuto creare un ambiente per sviluppare l’attuale normativa. L’attuale situazione è paradossale, la legge chiede una licenza per operare, e le compagnie vorrebbero ottenerle, ma l’ente regolatore non ha chiarito come  presentare la domanda, e allo stesso tempo ha iniziato a colpire chi raccoglie gioco senza titolo”. Una circostanza che però Enicherov nega, sostenendo che non sia necessario alcun provvedimento attuativo. Per ottenere la licenza sarebbe una semplice dichiarazione di interesse – che i colossi del poker online avrebbero già inoltrato – e i ritardi nel rilascio delle licenze sarebbero dovuti solamente alla mancanza di risorse. rg/AGIMEG