Tar Veneto annulla regolamento anti-slot del Comune di Vicenza. “Strumento di contrasto alla ludopatia devono essere adottati a livello nazionale”

“Gli strumenti pianificatori di contrasto alla ludopatia devono essere decisi a livello nazionale o comunque essere inseriti nel sistema della pianificazione nazionale”. E’ quanto ha affermato il Tar Veneto in una sentenza con cui ha annullato il regolamento del Comune di Vicenza sull’apertura di sale giochi del Dicembre 2011 e una serie di atti connessi. A intentare il ricorso la Romagna Giochi. Il regolamento in questione prevedeva che non potessero essere aperte sale giochi a una distanza inferiore dai cosiddetti luoghi sensibili (quali scuole e edifici di culto), nonché a meno di 300 metri dal perimetro del centro storico dichiarato patrimonio UNESCO, e a meno di 100 metri (riducibili a 50 in alcuni casi) da intersezioni stradali. Il Collegio nella sentenza ha ricordato i recenti interventi normativi adottati dal Legislatore nazionale, in particolare il decreto Balduzzi che affida all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli provveda a pianificare forme di progressiva ricollocazione dei punti della rete fisica per gli apparecchi da intrattenimento, e ha precisato che tale ricollocazione riguarderà “le concessioni di raccolta di gioco pubblico bandite successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e valgono”. Ha quindi concluso che gli strumenti di contrasto delle ludopatie devono essere decisi a livello nazionale, e questo principio “è coerente rispetto alle esigenze tutelate, che sono le medesime nell’intero territorio nazionale”. E ancora, ha chiarito che il regolamento comunale impugnato “non risponde ad esigenze specificamente afferenti il territorio del comune di Vicenza, ma ad esigenze generali che richiedono, come sopra precisato, una pianificazione nazionale, nel cui ambito la disposizione impugnata non si colloca”. lp/AGIMEG