Pucci (Pres. As.Tro): “Reiterata criminalizzazione di imprese e lavoratori che operano per conto dello Stato nel settore del gioco”

“Egregio Dott. Bonassi, nel ringraziarLa per il pronto e cortese riscontro, ribadiamo che i dati sulla spesa riportati nell’articolo sono palesemente errati, chiediamo quindi che vengano rettificati allo scopo di fornire una corretta informazione“. Inizia così la lettera che il presidente di As.Tro, Massimiliano Pucci, ha inviato oggi come controreplica al vicecaporedattore del quotidiano ‘Eco di Bergamo’, a seguito del suo riscontro alla precedente lettera inviata da As.Tro.

“La raccolta, l’elaborazione e la diffusione dei dati contabili riguardanti il gioco è istituzionalmente affidata alla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (e non certo alla ATS di Bergamo, né, tantomeno, alla BPER) al cui sito istituzionale può accedere chiunque per riscontrare i dati suddivisi per ciascuna regione, provincia e comune italiano.
Ne consegue, con tutta probabilità, che nel corso dell’incontro organizzato dalla BPER, siano stati diffusi i dati di ADM, elaborati però in modo scorretto (si spera inconsapevolmente)”.

“Come abbiamo infatti già precisato nella nostra richiesta di replica, la spesa per il gioco si calcola sottraendo le vincite dagli importi puntati dai giocatori e non, come fatto dai relatori del convegno, evidenziando soltanto questi ultimi. Per ciò che invece attiene il numero di persone affette da dipendenza patologica, abbiamo esaminato, sulla base della Sua indicazione, il report dell’Osservatorio delle Dipendenze ATS Bergamo da cui risulta che il numero di 28mila adulti ludopatici che sarebbero presenti nella bergamasca (numero riportato nel vostro articolo), è frutto della trasposizione di un’indagine statistica effettuata a livello nazionale dall’ISS nel 2018, su un campione di 23.525 persone, di cui soltanto 12.056 hanno aderito all’indagine, svolta mediante interviste (eseguite tramite tablet, pc o smartphone) da personale reclutato appositamente per questa indagine e formato mediante incontri in presenza e/o video-conferenza e con briefing telefonici one-to one (dubitiamo, lasciando però a Voi ogni valutazione in proposito, che questa metodologia risponda ai criteri di una vera e propria indagine epidemiologica, di cui ci sarebbe peraltro urgente bisogno)”.

“Questa indagine dell’ISS – prosegue Pucci – ha stimato che nel Nord-Ovest i giocatori problematici rappresenterebbero il 3% della popolazione. Quindi i soggetti che hanno diffuso i dati riportati nel vostro articolo non hanno fatto altro che proiettare questa percentuale sul territorio della provincia di Bergamo. Per correttezza andava quindi precisato, a nostro sommesso avviso, che il dato di 28mila adulti affetti da ludopatia nella provincia di Bergamo è frutto di una stima statistica e che, pertanto, non rappresenta un dato concreto ma soltanto ipotetico. La nostra ‘suscettibilità’ deriva dal fatto che attorno al mondo del gioco, e alle problematiche ad esso correlate, orbitano approcci analitici di varia natura e di diversi livelli di autorevolezza: un variegato mondo di soggetti che, a vario titolo, si inseriscono nel dibattito pubblico, spesso impedendo di avere una rappresentazione obiettiva del fenomeno, così ostacolando, al di là delle intenzioni di ciascuno, la ricerca di soluzioni basate su approcci razionali“.

“Il risultato è quello che abbiamo di fronte ai nostri occhi: una reiterata criminalizzazione delle imprese e dei lavoratori che operano, per conto dello Stato, nel settore del gioco legale e, al contempo, totale assenza di risultati tangibili nella lotta alla dipendenza da gioco. Una lotta che taluno ritiene vada condotta riportando il gioco nei meandri della clandestinità: in altri termini, rimettendo la polvere sotto il tappeto e lasciando che il denaro dei giocatori torni a confluire nei canali della criminalità – come avveniva prima della legalizzazione – anziché in quelli tracciabili dei conti correnti dedicati su cui, per legge, devono confluire tutti i flussi di denaro derivanti dalla raccolta di gioco legale”.

“Auspichiamo quindi – conclude Pucci – che queste nostre osservazioni possano risultarVi utili per una disamina più completa del fenomeno, per la quale ci mettiamo ovviamente a disposizione. RingraziandoLa nuovamente per l’attenzione prestataci, porgiamo i nostri migliori saluti”. lp/AGIMEG