Poker, dopo Libratus un antro bot sfida l’intelligenza umana nel texas hold’em

A poco più di due mesi dal dominio di Libratus nella sfida contro l’intelligenza umana, un altro poker bot è pronto a dare battaglia: si tratta di Lengpudashi, che di Libratus è la versione se possibile ancor più potenziata.
Solo che stavolta la sfida contro un team di giocatori di poker in carne ed ossa non si baserà sul chip finte. Lengpudashi (che significa “glaciale maestro di poker”) e il Team Dragons giocheranno per un montepremi da $290.000 in modalità winner-take-all.
La sfida si giocherà dal 6 al 10 aprile ad Hainan e prevede 36.000 mani, distribuite a due alla volta a ciascuno dei giocatori umani. Il Team Dragons sarà guidato da Alan ‘Yue’ Du, che l’anno scorso vinse un torneo da $5.000 alle WSOP 2016.
Come detto, questa sfida è un po’ diversa da quella a cui ha partecipati il predecessore di Lengpudashi, Libratus. Lì in ballo c’erano sì $200.000, ma solo nel caso che i giocatori in carne ed ossa fossero riusciti a battere il poker bot; altrimenti, tutti a casa senza danno.
In questa esibizione, invece, se il Team Dragons non riuscirà ad avere la meglio su Lengpudashi, dovrà scucire la cifra pattuita, che come detto è di $290.000.
In pochi – riporta Assopoker – si aspettavano un dominio incontrastato di Libratus nella sfida di gennaio e dunque c’è molta attesa e curiosità nel vedere all’opera la sua versione addirittura migliorata. Ma Tuomas Sandholm, il professore di informatica della Carnegie Mellon University e co-creatore del poker bot, frena gli entusiasmi.
“Sono entusiasta di portare questa nuova tipologia di intelligenza artificiale in Cina”, ha premesso Sandholm, “Voglio esplorare nuove opportunità commerciali sia nel poker sia in altre aree di applicazione”.
Poi il monito: “Si giocheranno solo 36.000, quindi è possibile che il bot perderà. Sarà un’esibizione, non un match, una sfida o una competizione. Visto il campione di mani così basso non può essere considerato un esperimento scientifico”. lp/AGIMEG