Poker: al via la nuova edizione delle Wsop di Las Vegas

Col tradizionale torneo riservato ai dipendenti dei Casinò di tutto il mondo, subito seguito dal torneo a squadre, ieri sono partite a Las Vegas le Wsop 2017, il più importante appuntamento mondiale riservato al poker, in tutte le sue varianti. E già domani (ora del Nevada) si entra nel vivo con due degli eventi più attesi: il Colossus e l’One Drop, il torneo parzialmente benefico voluto da miliardario canadese Guy Laliberté che quest’anno sarà giocato nella versione povera: solo 111.111 dollari d’iscrizione (ma con possibilità di un rientro), contro il milione e passa (1.111.111 per l’esattezza) degli anni più sontuosi. Il Colossus, invece, ha meritato il titolo di torneo più affollato del mondo, con oltre 20mila iscritti nelle ultime edizioni: merito dell’altissimo garantito (quest’anno 8 milioni di dollari) in cambio di un buy-in davvero modesto, almeno per i metri di Las Vegas: 565 dollari. In totale, gli eventi proposti saranno 74, mentre bisognerà pazientare fino all’8 luglio per quello più atteso, il Main Event da 10.000 euro. Ed è qui che ci attende la novità più importante: la fine del November Nine.

FINISCE L’ERA DEI NOVEMBER NINE – La novità più vistosa di questa edizione delle Wsop è la fine dei tavolo finale “november nine”, ossia la differita autunnale dell’ultimo atto del main even da 10.000 dollari. Da quest’anno si torna al classico, ossia al format precedente al 2008, quando il tavolo finale andava in continuità col torneo. Quindi, il gran finale si giocherà regolarmente in luglio.

I motivi di questa scelta – riporta il blog di Bbet – non sono stati spiegati: si pensa tuttavia che possa aver influito un calo d’interesse degli sponsor verso i giocatori finalisti, e sia venuta meno la necessità, da parte dei medesimi, di avere un’estate di tempo per reclamizzare la propria presenza ai tavoli. Più in generale, potremo parlare dell’esigenza di risparmiare un po’ di quattrini, in un’edizione che vede ridursi anche la copertura televisiva, verso quello che resta, in ogni caso, una delle principali attrazioni sportive organizzate in America. Infine, su questa scelta, potrebbe aver influito anche l’organizzazione, proprio a cavallo tra ottobre e novembre, delle Wsope, ossia le Wsop europee, che quest’anno si giocheranno nella Repubblica Ceca. Se la rinuncia all’appuntamento autunnale fosse confermata anche negli anni a venire, Filippo Candio e Federico Butteroni resterebbero gli unici November Nine del poker italiano.

STORIA E GLORIA – Le Wsop nacquero ufficialmente nel 1970, ma le prime edizioni, a invito, si giovano tra pochi intimi: i primi tre anni videro rispettivamente 7, 6 e 8 iscritti, che salirono a 13 nel 1973 e a 16 l’anno successivo. Per contare fino a 100 (104 per l’esattezza) si dovrà arrivare al 1982, e solo nel 2004 si superò la barriera dei mille iscritti, che in realtà furono ben 2.576. Dopo di che bastarono pochi anni per arrivare all’edizione record del 2006, con 8.773 giocatori ai tavoli. Picco subito seguito da una curva leggermente calante, anche se mai più si è scesi sotto le 6.000 iscrizioni. L’anno scorso, ad esempio, il main event fu conteso da 6.737 giocatori. Ma a cosa si dovette l’incredibile impennata tra il 2003 e il 2004? Un po’ alla crescita del poker come fenomeno di massa, e un po’ (o forse soprattutto) all’effetto Moneymaker, un giocatore americano che era arrivato alle Wsop vincendo un satellite online da 100 euro. Si aggiudicò anche il torneo (839 iscritti) e 2 milioni e mezzo di dollari: un signor nessuno in cima al mondo, a perfetta immagine del sogno americano (e non solo).

L’ALBO D’ORO – Nei tempo in cui i giocatori erano pochi, poteva capitare di rivedere al primo posto qualche giocatore che aveva già vinto in precedenza. Johnny Moss e Stu Ungar sono gli unici giocatori al mondo ad aver vinto il Main Event tre volte. La prima edizione, quella del 1970, fu appannaggio appunto di Johnny Moss. Il guadagno? Neanche un centesimo, ma solo una coppa. Non erano infatti previsti, per quell’edizione, premi in denaro. L’anno successivo Moss vinse ancora, ma questa volta incassò 30mila dollari, mentre nel 1974, al terzo e ultimo titolo, ne vinse addirittura… 160mila. Un po’ meno dei 12 milioni di dollari incassati da Jamie Gold nell’edizione record del 2006.