Mele (consulente mercato giochi): “ADM deve intervenire su un modello più sostenibile di certificazione”

Un impegno decennale nel mercato del gioco, sfociato in risultati importanti e rapporti di collaborazione con grandi aziende. Da Gioco Digitale, con la start up dei servizi poker cash e casino nel 2011, allo spin off di Active Games, passando per Stanleybet ed Oia Service, l’esperienza di Antonello Mele può essere utile per inquadrare un mercato che si trova in un momento delicato di cambiamento.

Cosa pensa del nuovo bando dell’online?

Era necessario, lo stavamo aspettando da più di un anno come quello per il fisico che mi auguro arrivi presto. La risposta nonostante i vincoli di presentazione della domanda molto duri è stata molto buona. Speriamo che questo porti una ventata di novità al mercato. Sicuramente molti dei nuovi concessionari dovranno imbattersi nella difficile strada di presentazioni istanze, documenti per le autorizzazioni, certificazioni e verifiche tecniche funzionali che poco hanno a che fare con il gioco.

Cosa pensa della certificazione Italiana a cui i concessionari sono obbligati?

Altro discorso a parte sulla certificazione, uno costo importante per i concessionari che in questo momento è di attenzione per tutti. ADM ha fatto qualcosa di molto positivo ultimamente ma ancora non è sufficiente. I concessionari sono un po’ alla mercè dei certificatori. Secondo il mio modesto punto di vista sarebbe da replicare in Italia quello che accade in alcuni paesi regolamentati dove l’ente Istituzionale si avvale di collaboratori legalmente riconosciuti ed affida a loro le certificazioni a prezzi stabiliti. Questo ha molti vantaggi: primo l’abbattimento dei costi; secondo il transito nella tasche dello stato di costi che attualmente invece transitano verso società terze; terzo e non ultimo la garanzia del pieno soddisfacimento dei requisiti regolamentari sia per lo stato sia per i concessionari con una possibile maggiore attenzione alla lotta alla Ludopatia.

Come si può sviluppare in Italia questo progetto?

In Italia si possono usare strutture già esistenti e già riconosciute ad esempio nella certificazione di settori a più alto rischio come la sicurezza nel lavoro. Quindi ad esempio si potrebbe istituire un corpo di consulenti appoggiandosi all’ordine nazionale degli ingegneri. In questo caso oltre ad avere la garanzia tecnica del professionista si potrebbe anche andare oltre e garantire un autentica squadra per la lotta alla Ludopatia formata da chi di formazione ne fa la sua origine.

Quali sono i suoi progetti Futuri?

In questo momento sto lavorando sia con società  titolari di concessione in Italia che con provider di giochi. Per tutti e due lavoro su tematiche e problematiche relative alla compliance. Soprattutto gli operatori e i provider stranieri non riescono a comprendere bene quanto sia difficile il mercato regolamentato italiano e quanto sia utile avere una persona che non solo abbia conoscenza delle procedure, ma conosca anche le persone addette, gli uffici competenti, da contattare in caso di problematiche, capace di consigliare e dare indicazioni su progetti in fase iniziale. Che aiuti nelle fasi di test e certificazione individuando velocemente le problematiche e scalando sui gruppi coinvolti, in modo non solo di facilitare tutto il processo ma anche di velocizzare le operazioni che normalmente si rallentano anche per problemi banali. Inoltre, in questo momento di mercato in cui c’è¨ una saturazione dell’offerta, l’assistenza dei clienti a 360 gradi può avere un valore aggiunto per la fidelizzazione del cliente stesso. Pochi provider al momento hanno saputo cogliere i vantaggi derivanti dal fatto di affidarsi a consulenti italiani per essere più vicini ai concessionari clienti. es/AGIMEG