Maxioperazione contro i casalesi: Gdf, “criminalità prendeva il controllo di società in difficoltà per riciclare denaro”

Ha portato a 5 arresti e al sequestro di beni per 200 milioni di euro la maxioperazione contro il clan dei casalesi coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli e condotta da personale della Squadra Mobile della Questura di Frosinone e del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Frosinone. L’operazione è inserita in un più ampio contesto investigativo che prevede la contestuale esecuzione di misure cautelari a cura del R.O.S. dell’Arma dei Carabinieri di Napoli e del Gruppo Guardia di Finanza di Aversa. Denominatore comune dei diversi filoni di indagine è rappresentato dalla operatività del clan camorristico dei casalesi, con particolare riferimento alla frangia storicamente riferibile alla famiglia Schiavone. Le indagini, in Provincia di Frosinone, hanno preso avvio a seguito di fatti cruenti ed attentati alla sala bingo di Ferentino avvenuti nel 2008 ed hanno investito le vicende societarie che hanno portato soggetti contigui alla criminalità organizzata ad acquisire l’attività economica, a seguito di difficoltà finanziarie della precedente compagine societaria. “Nel momento in cui il clan veniva a sapere che alcune società che gestivano i giochi erano in difficoltà – spiega ad Agimeg il colonnello della Guardia di Finanza Roberto Piccinini – si proponevano per rilevare parte del capitale, poi ne acquisivano l’intero controllo ed estendevano il controllo ad altre società sempre attive nel gioco, che è uno dei canali più attivi nel riciclaggio di denaro”. L’indagine, aggiunge Piccinini, “è partita da alcuni fatti che riguardavano le sale bingo, ma i soggetti vicini ai casalesi sono anche molto attivi nell’installazione delle slot, sia all’interno di sale legali, sia in contesti completamente abusivi”. Le società di cui hanno preso il controllo gli esponenti del clan camorristico non sono attive solo in Campania, ma anche in “Emilia Romagna, Sicilia e Toscana”. L’indagine ha portato all’arresto di 5 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, reimpiego di denaro di provenienza illecita ed intestazione fittizia di beni, aggravati dall’art. 7 della legge n. 203/91, che punisce chi commette reati favorendo le organizzazioni mafiose, ovvero facendo ricorso alle loro modalità criminali. Sono state denunciate 21 persone e 89 soggetti (tra persone e società) sono stati sottoposti ad accertamenti patrimoniali. Nei loro confronti e dei rispettivi nuclei familiari o prestanome sono stati sequestrati ingenti patrimoni stimati in circa 200 milioni di euro: si tratta di 69 terreni; 84 fabbricati; 18 aziende (operanti prevalentemente nel settore dei giochi e delle scommesse, ma anche dell’agricoltura, del commercio e dei servizi in genere); quote societarie di 41 società, per valore nominale pari a oltre 1.100.000 euro; 230 rapporti bancari; 59 autovetture (tra cui una Ferrari 550 Maranello e una Ferrari F355). Sono stati impiegati oltre 150 tra Finanzieri e Poliziotti che hanno operato, anche in collaborazione con i loro colleghi del posto, nelle Regioni Campania, Lazio, Sicilia, Toscana, Sardegna, Emilia Romagna. rov/AGIMEG