Giochi, Tamaro (Fondazione Benetton): “Studiare la storia del gioco serve a capire che il proibizionismo non funziona”

“A cosa serve studiare la storia del gioco? A capire che il proibizionismo non ha mai funzionato. Si può proibire, è vero. Ma la storia ci insegna che la cosa non ha mai funzionato”. Così Marco Tamaro, direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche, ha spiegato ad Agimeg il senso della mostra sul gioco che la fondazione ospita nella propria sede di Treviso e che sarà aperta al pubblico da venerdì prossimo al 14 gennaio. “È proprio una stampa che esponiamo all’ingresso di questa mostra” continua Tamaro “e che raffigura le due colonne di Piazzetta San Marco a Venezia: l’unico posto dove il gioco d’azzardo, assolutamente proibito dappertutto, era consentito dalla Serenissima. Alla luce del giorno, perché proprio il fatto di giocare mentre tutti possono vedere costituisce una forma di controllo sociale. Al contrario di quel che sembra avvenire oggi, quando si tende a nasconderlo e, quindi, lasciando il giocatore da solo”. I corsi e ricorsi storici toccano anche la tendenza odierna delle Amministrazioni comunali a regolamentare il gioco autonomamente. “Nel 2012 abbiamo pubblicato un volume sulle leggi che i Comuni hanno prodotto tra il 13° e 14° secolo, intitolato Statuta de ludo” dice ancora Tamaro “ed è un volume di oltre 600 pagine! Frutto di un lavoro veramente notevole della curatrice Alessandra Rizzi”. La mostra si inaugurerà con un convegno dal titolo “Giocare tra medioevo ed età moderna”, che si terrà venerdì 17 e sabato 18 novembre. gpm/AGIMEG