Distante (pres. Sapar): “Al sindaco di Sanremo interessa soltanto il suo casinò, non una parola per tutti gli altri lavoratori del settore del gioco”

“La dichiarazione del Sindaco di Sanremo evidenzia semplicemente un conflitto di interessi, i suoi e del suo Comune proprietario del casinò. Ci fa piacere che siano riusciti a ‘contenere i danni’. Le piccole e medie imprese di Sanremo e i lavoratori che invece non hanno la fortuna di essere suoi dipendenti comunali possono tranquillamente continuare a disperarsi? Questa indifferenza è semplicemente vergognosa”. E’ quanto afferma Domenico Distante, presidente della Sapar, in merito alle dichiarazioni del sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, in merito al nuovo DPCM, che dispone la chiusura anche dei casinò fino alla scadenza del provvedimento, il prossimo 5 marzo.
Il primo cittadino della città ligure aveva dichiarato che “prorogare la chiusura dei Casinò a tutto il primo trimestre 2021 significherebbe esporre le case da gioco e gli enti proprietari, i Comuni, a situazioni estremamente complesse in ambito economico, finanziario, sociale e occupazionale. Una prospettiva profondamente deleteria. Con grandi difficoltà siamo riusciti a contenere i danni delle reiterate chiusure nel corso del 2020, pur chiudendo i bilanci con gravi perdite d’incasso. Ma siamo davvero al limite”.
“Qui di deleterio mi sembra ci sia solo un profondo disprezzo per la dignità di Imprese e Lavoratori”, ha affermato il Presidente Distante. “L’ho chiamato conflitto di interessi, ma è inesatto. Non esiste nessun conflitto. Al sindaco sono a cuore solo i suoi e del suo casinò. Non una parola per tutti gli altri che fanno lo stesso lavoro.
Come al solito siamo di fronte a lavoratori di Serie A, quelli che portano ricchezza e lustro alla sua giunta, e quelli di Serie B, tutti glia altri. E’ la dimostrazione palese che tutti i movimenti No Slot italiani esistono semplicemente perché Comuni e Regioni non usufruiscono dei ‘ricchi dividendi’ del gioco di Stato. La faccio più semplice, dei 10 miliardi all’anno che le Nostre imprese raccolgono per conto dello Stato, Comuni, Regioni e Parrocchie non vedono un’euro. Va tutto a Roma. Come sempre è solo una questione di ‘moneta’, non di etica, non di morale”, conclude Distante. cr/AGIMEG