Ced, una questione ancora aperta nei Tribunali, nonostante le sentenze della CGE

La normativa italiana vista attraverso le sentenze della Corte di Giustizia Europea e le varie applicazioni nei Tribunali nazionali. Sono diversi gli aspetti analizzati dall’avv. Francesco Bracciani, difensore dei ced collegati a PlanetWin365. “Alcune sezioni del riesame dei Tribunali di Napoli, Roma e Catania, successivamente all’emissione della nota senza “Costa e Cifone”, hanno mutato il loro precedente orientamento, secondo cui i princìpi espressi dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea non erano applicabili ai CED collegati a PlanetWin365, annullando così i decreti di sequestro emessi nei confronti di questi ultimi. V’è anche da dire, però, che altre sezioni dei medesimi Tribunali, invece, sono di avviso diametralmente opposto. La maggioranza dei Tribunali, peraltro (recenti sono l’ordinanza di annullamento del sequestro probatorio emessa dal Tribunale del riesame di La Spezia e la sentenza assolutoria pronunciata dal Tribunale di Ascoli Piceno), accede ormai costantemente alle nostre tesi, secondo cui le norme penali contestate ai CED collegati a SKS365 debbono essere disapplicate perché contrarie all’Ordinamento Europeo”.“Ogni singolo giudice  può aderire o meno alle indicazioni offerte dalla Corte di Giustizia nelle ormai numerose sentenze emesse nei confronti del Governo italiano negli ultimi anni nella materia che ci riguarda”. “La Corte di Giustizia dell’Unione (diversamente da quelle emesse dalla Corte Costituzionale), non dichiarano l’illegittimità tout court di una norma di legge perché contrastante con la Costituzione italiana (illegittimità dalla quale deriva l’impossibilità per ogni giudice di continuare ad applicarla), bensì evidenziano il contrasto di tali norme con le libertà previste dal Trattato dell’Unione. Tale contrasto, però, non è mai dichiarato in maniera assolutamente netta, ma sempre in modo che resti la possibilità di interpretazione da parte del giudice nazionale, che può dunque decidere di discostarsi da quanto opinato dalla Corte di Giustizia”. “Attualmente – ha concluso l’avv. Bracciani – siamo impegnati nel non facile compito di determinare un mutamento dell’orientamento di quei tribunali – anche se si tratta ormai di un numero molto limitato – che ancora disattendono le chiare indicazioni fornite dalla Corte di Giustizia nelle sentenze emesse nella materia che ci riguarda. Da qualche mese, inoltre, sto invitando qualsivoglia organo giudiziario davanti al quale mi trovi a difendere i titolari dei CED legati a SKS365 a sollevare ulteriori quesiti alla Corte di Giustizia”. lp/AGIMEG