Casinò: via il gaming da Mosca, Putin piazza 15 case da gioco al confine con la Cina

Debellato ufficialmente il gioco a Mosca , l’obiettivo di Putin è quello di riuscire a garantirsi un flusso costante di entrate fiscali dal settore, con un piano chiaro: costruire i casinò nelle zone periferiche e tenere lontano dalle tentazioni i residenti dei grandi centri urbani. La Russia sfida a volto scoperto la capitale asiatica del gambling: Macao. E’ stata pianificata l’apertura di 15 sale da gioco nell’area di Primorye, di fronte alle coste giapponesi e al confine con Cina e Corea.
L’obiettivo è proprio quello di attirare i giocatori d’azzardo asiatici, dai paesi limitrofi. In particolare, il target sono i players high roller che, visto la crisi degli junkets, provano sempre maggiore difficoltà a giocare a Macao, disponendo di cifre illimitate, come negli anni d’oro. Per attirare gli operatori e rendere attrattivi i giochi agli occhi dei gamblers VIP, l’Esecutivo ha studiato una serie di agevolazioni fiscali: i casinò licenziatari dovranno pagare 4.200$ al mese per ogni tavolo più 250$ a slot. Il piano prevede l’apertura di 15 casinò-hotel entro il 2020.
La prima sala – riporta Assopoker – dovrebbe essere inaugurata quest’anno grazie alla partnership forte con Melco Crown, la società di Macao controllata da Melco Crown Entertainment (proprietaria del City of Dreams) del co-presidente e amministratore delegato Lawrence Ho (figlio del guru Stanley Ho) che sta lavorando da 2 anni all’attuazione di questo ambizioso progetto.
Nella prima fase, si prevende un investimento di 130 milioni di dollari con la costruzione di un resort con 120 camere, 65 tavoli da gioco (dei quali 25 per i players high roller VIP) e 800 slot machines. Ma è solo il primo step. Previsto anche il rilancio, in una seconda fase, con l’introduzione di 100 tavoli VIP più altre 600 slot.
E si lavora anche per l’apertura di un hotel di lusso a Ussuri Bay, sul Mar del Giappone, con 100 tavoli high stakes e 600 slot.
In lista d’attesa anche una società di Hong Kong (che possiede già dei casinò in Cambogia) disposta ad investire 350 milioni per un complesso, con 100 tavoli e addirittura 500 macchinette, ma la costruzione non sarà ultimata prima del 2018. lp/AGIMEG