As.Tro replica all’ ‘Eco di Bergamo’: “Dipendenza un problema serio, ma si sono confusi i dati delle somme puntate dai giocatori con quanto effettivamente speso”

“La dipendenza da gioco è un problema serio che merita la massima attenzione da parte della stampa, delle autorità competenti e degli stessi imprenditori che svolgono offerta di gioco. Bisogna quindi accogliere con favore qualsiasi iniziativa, come quella di cui si fa menzione nell’articolo, che sia finalizzata ad approfondire il tema e ad elaborare le soluzioni più idonee. Leggendo però il vostro articolo riscontriamo, come spesso accade quando questo problema viene pubblicamente affrontato, l’inesattezza dei dati riportati con riguardo alla spesa pro capite. Abbiamo poi motivo per nutrire dei dubbi in merito alla fondatezza dei dati riguardanti il numero dei giocatori patologici presenti nella bergamasca”. E’ quanto afferma Massimiliano Pucci, presidente di Astro – in qualità di associazione di rappresentanza degli operatori del gioco lecito – nella replica inviata al Direttore Responsabile del quotidiano ‘Eco di Bergamo’, in riferimento al contenuto dell’articolo, apparso sull’edizione del 20 novembre scorso, dal titolo “Gioco d’azzardo, è allarme. 2.500 i giovani a rischio”.

“Per quanto riguarda la spesa, sottolineiamo un evidente errore nel metodo di calcolo che consiste nell’aver probabilmente confuso i dati riferiti alle somme puntate dai giocatori con quanto dagli stessi effettivamente speso. La spesa per il gioco si calcola infatti sottraendo alle somme puntate dal giocatore le vincite dallo stesso incamerate: si tratta del criterio di calcolo che, oltre a rispondere ai principi di comune buon senso, viene utilizzato dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che rappresenta l’unica fonte ufficiale da cui è possibile estrapolare i dati riguardanti la raccolta di gioco, la spesa e le somme versate all’erario”.

“Nel vostro articolo si afferma che a Bergamo sarebbero stati spesi in media, da ciascun bergamasco, nel corso del 2019, ben 1.796 euro per giocare d’azzardo. Andando però a vedere i dati pubblicati da ADM, risultano cifre notevolmente inferiori: una spesa pro capite per il gioco dei cittadini della città di Bergamo, sempre riferita al 2019, pari a 433 euro annui pro capite, mentre nella provincia di Bergamo la media è di 353 euro annui pro capite. Quindi i dati riportati nell’articolo non sono corretti e meriterebbero una rettifica”.

“Si afferma inoltre nell’articolo che nella bergamasca vi sarebbero 28mila adulti ludopatici. Dal momento che dall’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità risulterebbero circa 13 mila persone, su tutto il territorio nazionale, in cura, per tale patologia, presso i servizi sanitari per le dipendenze, viene spontaneo chiedersi, a fronte di una discrepanza così evidente, quale sia la fonte del dato riportato nel vostro articolo”.

“Vi chiediamo quindi cortesemente – prosegue Pucci – di fornirci tale informazione corredata anche dall’indicazione della metodologia utilizzata per il rilevamento dei dati.
Il motivo della richiesta di rettifica del dato errato riguardante la spesa e dell’indicazione di maggiori ragguagli in merito alle fonti relative al calcolo del numero di persone ludopatiche riportato nell’articolo, è legato all’esigenza che le problematiche correlate al gioco, di cui non intendiamo certo negare l’esistenza, vengano rappresentate nella loro corretta dimensione e non con annunci sensazionalistici supportati da dati errati o ricavati da indagini statistiche la cui valenza scientifica è tutta da dimostrare“.

“Rispettiamo l’opinione di tutti, compresa quella di chi è convinto che la soluzione del problema della dipendenza da gioco debba passare per lo smantellamento del sistema del gioco pubblico legale (e quindi per un ritorno alle bische clandestine e ai Videopoker senza regole), ma continuiamo a faticare nel dover convivere con il rischio che le opinioni, qualsiasi esse siano, possano formarsi su dati errati o non fondati su dati obiettivi”. lp/AGIMEG