Andrea Ventre (AttivazioniGratuite.it): “Il divieto della pubblicità sui giochi, una sconfitta per il gioco legale”

Il Decreto Dignità, fortemente voluto dal neo ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, continua a dividere l’opinione pubblica scatenando polemiche e dibattiti, soprattutto sui punti riguardanti la lotta alla ludopatia. Tra le riforme introdotte, vi è infatti il divieto assoluto di pubblicità sui giochi con vincita in denaro, decisione secondo i movimenti anti-ludopatia fondamentale e necessaria per arginare il problema, ma per molti addetti ai lavori iniziativa inefficace e addirittura pericolosa perché quasi a favore del gioco illegale. Andrea Ventre, da anni in prima linea nel settore dei giochi come titolare di AttivazioniGratuite.it, ha espresso la propria perplessità sul provvedimento. “Parlare del settore dei giochi, in un momento così “acceso”, non è facile – ha dichiarato Ventre -. Spesso nel difendere le proprie idee, si corre il rischio di forti critiche da parte di chi a priori ci accusa di sminuire problematiche così delicate come la ludopatia. Il gioco, da sempre esistito, non rappresenta un reale e concreto male. E’ l’esagerazione dell’uomo a renderlo grave e pericoloso. Per questo suggerirei di formare le varie classi sociali più che distruggere un intero settore. Le recenti campagne mediatiche non hanno fatto altro che far leva su paure e inibizioni di gente mal informata, che non considera che esistono dipendenze come fumo e alcol, ben più gravi e che da sempre si cerca di combattere senza successo. Infine, le classi politiche non hanno fatto altro che sfruttare la risonanza mediatica del tema azzardopatia, per sviluppare campagne elettorali mirate ad ottenere consensi tra l’opinione pubblica”. Crede che il proibizionismo sia la strada giusta per combattere la ludopatia? “In passato abbiamo assistito a forti manovre proibizioniste, come ad esempio il veto sugli alcolici che coinvolse l’America agli inizi del ‘900. Leggi assurde che non risolsero il problema, anzi favorirono lo sviluppo di bande criminali dedite al contrabbando. La disapprovazione di tutte le classi sociali sfociò nel trasgredire tali leggi, utilizzando l’evasione come forma di protesta da intraprendere. Personalmente credo che proibire voglia dire non rispettare il diritto al gioco di ogni singolo cittadino maggiorenne e non tutelare gli imprenditori del settore”. “Sono favorevole alla pubblicità sui giochi – ha continuato Ventre – perché non vedo in essa una vera minaccia o un rischio per i cittadini. Non sono d’accordo con il suo divieto assoluto quindi, anche se bisogna riconoscere che negli ultimi tempi la crescita degli spot è avvenuta a livelli esagerati. Sarebbe opportuno regolamentarla, favorendo pubblicità di provider legali e penalizzando quelle ingannevoli e non autorizzate. Far conoscere un provider legale vuol dire incanalare lo scommettitore verso una forma di gioco tutelato e garantito. Sono però a favore di un modo di fare pubblicità diverso – ha concluso Ventre – che spieghi l‘importanza del gioco legale e che educhi le persone al gioco moderato, perché il gioco e la sua promozione deve rimanere un diritto per tutti”. lp/AGIMEG