Workshop Codere, Ruta: Testo unico semplificherebbe attività della filiera, e di chi deve presidiare il mercato

Si è svolta questa mattina a Lecce, presso l’Auditorium del Museo Castromediano, la sesta tappa del workshop itinerante Codere “Nel nome della legalità”. All’evento hanno partecipato esponenti delle Forze dell’Ordine, rappresentanti degli enti locali e dell’Amministrazione, delegati delle organizzazioni di utilità sociale che si sono confrontati sulla diffusione del gioco in Puglia, sul contrasto all’offerta illegale, sui programmi sociali.

 

Filomena D’Antini Solero, Assessore alle politiche sociali e pari opportunità della Provincia di Lecce

I temi legati al gioco pubblico legale e illegale sono sempre più centrali nell’azione delle Istituzioni pubbliche e ciò avviene anche qui a Lecce, portando la nostra esperienza di ente provinciale e sottolineando con la nostra presenza qui quanto sia determinante la collaborazione tra la filiera del gioco, così come ci è stata presentata da Codere stessa, e le istituzioni. Ci sembra la via più praticabile per arginare con i temi della legalità le infiltrazioni criminali e le distorsioni del gioco stesso.

Abbiamo cercato anche di fare un passo in più nella direzione che è propria delle istituzioni cioè in primis di conoscenza del fenomeno del gioco sul nostro territorio realizzando un’indagine fatta con l’ausilio di tre esperti selezionati con un concorso pubblico: un esperto di statistica per quantificare il fenomeno, un avvocato esperto conoscitore delle problematiche dei SERT e uno psicologo capace di scandagliare le tematiche del gioco di azzardo patologico.

L’indagine, sia quantitativa che qualitativa, ci ha consegnato una foto dei punti vendita in provincia, una sorta di censimento con 489 punti vendita nel capoluogo, 168 a Nardò e 123 a Gallipoli. Partendo da questi dati abbiamo iniziato un dialogo fitto tra i SERT e tutti i servizi sociali operanti sul territorio. Abbiamo pensato un protocollo per la presa in carico dei giocatori che manifestano comportamenti di dipendenza compulsiva da gioco, che spesso si manifesta insieme ad altre dipendenze come alcool o droga. Abbiamo anche realizzato uno spot dal titolo “Scommettiamo che smetti?” mandato in onda sulle tv locali. È solo l’inizio di una serie di azioni di rete che siano capaci di arginare il fenomeno fino magari ad arrivare ad una legge regionale, come ha annunciato in queste settimane la Regione Lombardia, per limitare i punti vendita e non possiamo che ringraziare Codere per la ricerca e il volume che ha realizzato che è un buon punto di partenza.

 

Rachele Cantelli, direttore dell’Ufficio Regionale di Puglia dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM)

 

L’Amministrazione dei Monopoli di Stato è l’ago della bilancia, il timone che deve garantire il rispetto delle norme, ma che sempre di più sta spingendo anche per la razionalizzazione del mercato stesso agendo in modo che gli operatori di gioco debbano sottostare alle stesse regole. Le attività di controllo vengono svolte prima di tutto come azione di contrasto alle attività illegali con sequestri di denaro, apparecchi e locali dove si svolge attività di raccolte scommesse non autorizzate.

Tutto quello che non passa attraverso la concessione conseguita in Italia e come conseguire le giuste autorizzazioni (come l’articolo 88 del Tulps) richiede anche una valutazione morale dei soggetti a cui assegnare le concessioni e assolvere quindi agli obblighi fiscali richiesti.

I bookmaker stranieri operando al di fuori del sistema, ad esempio, creano una distorsione importante del mercato, perché non viene richiesto loro nessuno investimento economico e in più remunerano sempre meglio gli esercenti italiani stessi. E Lecce ne è un esempio. Abbiamo poi assistito ad un notevole sviluppo del gioco online che segue sì regole precise, ma più difficili da controllare se compiute tra le mura domestiche o in circoli privati dove è difficile accedere. A lungo la nostra attività è stata svuotata dai dissequestri giudiziari, almeno fino alla sentenza di Como di poche settimane fa, e quindi non riuscendo a far perseguire il reato penale abbiamo concentrato le forze sul recupero del gettito erariale. Privilegiare il lato fiscale attraverso accertamenti diretti o anche induttivo per i soggetti non collaborativi è stato il nostro punto di forza, nostro e dell’azione della Guardia di Finanza, ma dobbiamo rafforzare ancora i controlli in tutte le direzioni e non solo sul gioco legale.

 

Maggiore Gaetano Mazzotta del Comando Provinciale della Guardia di Finanza

Il fenomeno del gioco in Italia ha avuto dal 2003 ad oggi uno sviluppo sempre maggiore e sono stati potenziati anche gli strumenti investigativi a nostra disposizione così come è stato reso più competitivo il sistema legale rispetto a quello illegale aumentando il pay out dei giochi. Non va nascosto che questi volumi hanno attratto le organizzazioni criminali. Per questo è stata necessaria una presenza e un’azione di concerto dei reparti territoriali in sinergia con ADM seguendo i dettami del Gruppo centrale di analisi permanente che analizza i fenomeni e le posizioni più rischio.

In particolare la Guardia di Finanza ha affinato più le attività di tutela del bilancio dello Stato, la sua funzione più finanziaria, anche se è fin dal decreto n.68 del 2001 che ha ampliato enormemente il potere delle fiamme gialle estendendo i poteri tributari proprio sul mondo del gaming.

Il legislatore ha concesso sempre nel 2001 alla GDF la possibilità di accedere nei locali dove si svolge l’attività di gioco allargando il raggio d’azione su produttori, gestori e importatori. È invece il potere di ricerca documentale anche contro la volontà del soggetto titolare per acquisire la documentazione contabile e extra contabile che è possibile dal 2011 (legge di Stabilità comma 69) . Il pericolo delle infiltrazioni e la difficoltà sempre maggiore di scoprire per la loro complessità le frodi informatiche sono le nostre problematiche quotidiane. I diversi nuclei della Guardia di Finanza e dell’ADM agiscono in base ai volumi d’affari controllati e alla maggiore propensione investigativa e specializzazione di ogni unità operativa.

 

Massimo Ruta, Country Manager di Codere Italia

 

Quello che ci ha spinto ad organizzare questo workshop itinerante è senza dubbio la possibilità di colmare la lacuna di informazioni sulle attività lecite e illecite legate al gioco. Noi come concessionari siamo disposti a fare sempre di più la nostra parte, come fa Codere con queste e altre attività e come abbiamo dimostrato come comparto con il codice di autolimitazione pubblicitaria di Sistema Gioco Italia. Forse anche fino alla pubblicità zero.

Poi non posso non sottolineare che l’analisi pubblicata nei giorni scorsi dall’Ufficio Studi della Camera dei Deputati che indicava come un testo unico con le regole del comparto renderebbe più semplice le attività di tutta la filiera, ma anche chi deve presidiare e controllare. Noi lo abbiamo chiesto e abbiamo cercato di fare un passo con la pubblicazione “La disciplina dei giochi in Italia” realizzato dalla Fondazione Codere in collaborazione con la Fondazione Visentini e il Ceradi Luiss.
Poi – e in questo parlo con forza a nome di Codere – continueremo il dialogo con le istituzioni a tutti i livelli, ma in particolare quelle locali, con l’augurio che vada in porto la proposta di una ricaduta locale della tassazione sul gioco anche agli enti locali, cosa che non accade solo in Italia.

 

Leonardo Calò, Presidente dell’Associazione Ambiente e Vita

 

Oggi formalizziamo l’inizio di un cammino che continuerà attraverso raccolte fondi e anche iniziative specifiche che nasceranno dalla partnership tra il gruppo Codere e Ambiente e Vita. Coinvolgeremo il personale di sala e abbiamo già individuato una serie di attività che attueremo su Lecce e provincia e presto presenteremo il frutto di questa collaborazione nascente. Oggi siamo qui per dire che questa collaborazione è nata e che porterà i suoi frutti infittendo la rete di Codere sul territorio nel nome della solidarietà. lp/AGIMEG