Treglia (psicoterapeuta), “Sulle ludopatie necessaria educazione sociale, soprattutto per i nati dopo il 1991”

“L’uomo è psicologicamente predisposto la gioco, il fenomeno della ludopatia è ancora più difficile da contrastare in contesti telematici”. E’ l’analisi che la psicoterapeuta cognitiva e ricercatrice dell’ITCI Mariangela Treglia. “Per chi è nato dopo il 1991” ha spiegato, “è molto più difficile individuare il rischio online: sette giovani su dieci sono potenzialmente  a rischio specialmente con lo sviluppo degli smartphone. Una volta si giocava solamente al casinò, o nella bisca clandestina, oggi la bisca è disponibile a casa propria. E’ necessario quindi lavorare sull’educazione”. Un allarme lanciato anche da Luca Massimo Chinni segretario generale di ADOnP: “In Italia il rischio della patologia coinvolge oltre due milioni di giocatori. E’ giusto parlare di stato patologico perché tale allarme è stato lanciato anche dalle sedi governative e dalla Corte dei Conti. Per fare fronte a questo problema sociale è giusto informare i cittadini su cosa è gioco legale e cosa non lo è. Prendendo per esempio la sola provincia di Roma, negli ultimi tempi sono state individuate venti sale non autorizzate che molto spesso hanno un contatto diretto con le mafie”. cz/AGIMEG