Ricerca Consulta Nazionale Antiusura: “Enorme potenziale di occupazione vanificato dalla spesa per giochi”

Come risulta dalla elaborazione – esposta nella ricerca presentata oggi dalla Consulta Nazionale Antiusura – una grandissima quantità di denaro che nel 2012 è transitato negli apparecchi automatici (Newslot e VLT), non è stata registrata.  “Ovviamente, non applicandosi alcun rapporto “garantito” tra consumato dai giocatori d’azzardo e “restituito” ad essi come pay out (impropriamente detto “vincita”)  – si legge – la stragrande quantità di tale “nero”  confluirebbe nelle mani dell’organizzazione che gestisce una o tutte le fasi dell’implementazione dell’azzardo con le slot machine: Promozione dell’adesione; Istallazione degli apparecchi; Manomissione; Manutenzione. Spetta ovviamente al sistema specializzato di sicurezza pubblica condurre dei riscontri specifici se il “nero” riguarda una o più componenti del processo di alterazione. Come è di pertinenza degli apparati giudiziari la ricostruzione puntuale e circostanziata dei vari casi”. Quel che la ricerca ha voluto “documentare è l’indubitabile e imponente esistenza dell’area delle anomalie, che
una rigorosa analisi sociale ed economica, supportata da un metodo statistico che si sottopone alla valutazione in pubblico, fa emergere”. La ricerca di fatto sostiene che “il gioco  impatta pesantemente: sulla spesa per misure di welfare (sostegno ai redditi familiari, reddito di ultima istanza, interventi sulla povertà relativa) e ancor più sulle politiche di riforma della spesa sociale che si richiedono per ridurre il deficit pubblico; sulla necessità di selezionare le scelte di investimento e di impiego delle risorse in ragione della sostenibilità del rischio; sulle misure di sostegno alla domanda di beni e servizi, della quale si richieda una modifica della composizione e un incoraggiamento alla sua selezione in funzione della tenuta dei conti;  sulla politica fiscale e tributaria, laddove debba correlare la progressività (costituzionale) del prelievo con l’effettiva entità dello stock e dei flussi di entrate erariali; sull’esposizione del sistema bancario verso un meccanismo finanziario contiguo a una nuova, pericolosissima bolla speculativa, creata sui derivati dell’indebitamento della filiera dell’alea. La letteratura economica tende, poi (nella maggioranza degli autori) a considerare la spesa per giochi e lotterie come un “moltiplicatore negativo” della domanda di beni e servizi destinati alla vendita, poiché
con il dirottamento della domanda verso dissipazione e tassazione (rappresenta il 70% del totale dell’ammontare), si riduce lo stimolo potenziale alla produzione di valore aggiunto. Se si concorda che nella più grave recessione dell’economia italiana all’interno dell’Unione Europea influiscono il maggior onere della fiscalità diretta e indiretta, – si legge nelle conclusioni della ricerca – in questa va ascritta la fiscalità mascherata tramite giochi e lotterie. Si può, quindi, ricavare un bilancio virtuale sulla politica economica considerando: domanda sottratta alla crescita economica (pari ad almeno 20 miliardi nel commercio e nei servizi destinati alla vendita; equivalente a 4 miliardi nei settori direttamente produttivi); potenziale di occupazione vanificato dalla spesa per giochi, valutabile in circa 90.000 addetti nel commercio e servizi e in circa 25.000 addetti nell’industria. Dalla diade gioco d’azzardo e usura si è provocato un serio aggravamento della questione criminale e – per tale via – una nuova crisi della capacità statuale di controllare le devianze e di assicurare un livello minimo inderogabile di legalità e di sicurezza. Ma il presupposto, che si può considerare “strutturale”, di tale esplosione del mercato dell’azzardo è la formazione di una base di domanda di consumo di alea molto larga e, allo stesso tempo, “stabile”. I giocatori d’azzardo sono infatti clienti che il sistema industriale dell’azzardo ha l’obiettivo di “fidelizzare””. lp/AGIMEG