Redaelli (Anci): “Sui giochi serve una politica restrittiva”

“Dobbiamo partire dal dialogo con chi lavoro sul campo. C’è un grido di dolore che arriva dagli amministratori locali e va ascoltato. I margini per lavorare con gli operatori ci sono, ma senza dubbio la politica è intenzionata a portare avanti una strategia restrittiva”.  E’ la posizione dell’Anci, attraverso il vice segretario Generale dell’Anci Lombardia, presente al Seminario “C’è gioco e gioco”. C’è invece da capire dove è il problema secondo il portavoce dell’Anit Gianfranco Bonanno. “Chi entra in un casinò e si siede a un tavolo con altre sette persone percepisce quel momento come ludico. Eppure basta che il legislatore usi la parola gioco d’azzardo per stravolgere la situazione. Questo ci porta a rigettare la stessa parola gioco d’azzardo, se usata senza una definizione oggettiva. Come è possibile considerare il poker gioco d’abilità e non azzardo, da un giorno all’altro, solo perché garantisce gettito erariale? Bisogna capire che il gioco è una risorsa, non un problema. L’Anit dalla riapertura dei casinò intende realizzare uno sviluppo del turismo. Ecco che così c’è una visione produttiva. cz/AGIMEG